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Il tatuaggio del Milan sulla pelle di Donnarumma: “Sarò sempre un cuore rossonero”

I fischi e la contestazione durissima di San Siro contro Donnarumma hanno lasciato il segno. L’ex portiere del Milan mostra il tatuaggio (lavabile) dello stemma del club e sta al gioco dell’inviato de Le Iene. “C’è un po’ di delusione perché ho passato otto anni al Milan”, le parole di Gigio sull’accoglienza ricevuta.
A cura di Maurizio De Santis
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Il tatuaggio è un'immagine trasferibile, di quelle lavabili e che va via nel giro di poco tempo. Ma non è colpa sua, né una mancanza di rispetto. Gianluigi Donnarumma mostra lo stemma del Milan vergato sull'avambraccio destro e sorride. È quello "pezzotto" rispetto all'altro originale, vero, autentico che gli ricorsa la serata epica di Wembley e la conquista degli Europei grazie alle sue parate ai rigori contro l'Inghilterra. Nemmeno si accorse allora che aveva vinto dopo l'ultima prodezza.

Si è accorto, e come, dei fischi che San Siro gli ha riservato nonostante fosse portiere degli Azzurri. Non lo hanno risparmiato, né perdonato: per loro resterà a vita "Dollarumma", il calciatore che fa "quel che dice Raiola", ha baciato la maglia e lo stemma enunciando professione di fede salvo metterla in secondo piano dinanzi a offerte milionarie. "Gigio" adesso è al Paris Saint-Germain. Anche lì non se la passa tanto bene, stretto nella morsa di Keylor Navas e di uno spogliatoio che gli ha fatto capire subito che aria tira nonostante arrivi coi gradi sul braccio di campione europeo.

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Dinanzi a sé l'ex milanista ha l'inviato de Le Iene che gli propone un gioco e una sfida. Lui sta allo scherzo e accetta di sottoporsi alla richiesta ricalcando lo scudetto del diavolo sull'arto. "Questo tatuaggio l’abbiamo fatto nella speranza che tornando a San Siro, la prossima volta, i veri milanisti, ti accolgano un po' meglio", dice il reporter. La reazione di Donnarumma è pacata, quasi un messaggio distensivo dopo le bordate di sibili, gli insulti e le minacce (scritte anche sullo striscione affisso qualche tempo fa a Milanello).

C’è un po' di delusione perché ho passato otto anni al Milan e quindi è sempre un’emozione tornare a San Siro – ha ammesso nell'intervista -. È normale che io provi dispiacere per i fischi. Sono cresciuto qua e sono sempre stato un tifoso milanista, gli otto anni non si dimenticano facilmente. Sarò sempre un cuore rossonero e vorrò loro (i tifosi, ndr) sempre bene.

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