Il tablet sulla panchina del Barcellona che è diventato un caso contro la Juventus
Il regolamento del calcio si è evoluto molto nel corso della storia, cercando di venire incontro ai cambiamenti che il gioco ha subito negli anni, sia in termini di velocità e atletismo dei calciatori, sia per permettere una maggiore spettacolarizzazione delle partite vista la diffusione sempre più capillare degli eventi live in tv (si pensi alla regola sul retropassaggio che poteva essere raccolto con le mani dal portiere, e che rallentava notevolmente il ritmo rendendo il match noioso da guardare). Oltre a questi fattori "di campo", l'Ifab, organo legislatore del calcio, ha cercato di regolamentare anche i più recenti progressi tecnologici che potessero portare allenatori e collaboratori tecnici a disporre di dati e immagini "live" durante la partita.
In occasione del gol del 4-0 annullato a Bonucci ieri sera in Barcellona-Juventus, sulla panchina blaugrana è spuntato un grosso tablet dal quale il tecnico Ronald Koeman ha potuto controllare che la posizione del centrale bianconero fosse effettivamente irregolare. Le telecamere hanno inquadrato il siparietto mentre il "check" del Var era ancora in corso, pochi secondi prima che dai terminali arrivasse la comunicazione all'arbitro centrale (il tedesco Tobias Stieler) di annullare la rete. I componenti della panchina del Barcellona sapevano già in anticipo che il gol sarebbe stato cancellato, e hanno atteso l'ufficialità dal direttore di gara senza avanzare proteste.
Tablet in panchina, cosa dice il regolamento
Questo perché il regolamento non vieta l'utilizzo di dispositivi elettronici per monitorare le prestazioni, anche in presa diretta, ma punisce severamente chiunque li utilizzi per contestare una decisione arbitrale. La circolare numero 1 per la stagione 2018/19 spiega infatti che è possibile utilizzare apparecchiature piccole come auricolari, smartphone, smartwatch, tablet e perfino computer portatili anche per ragioni non legate al monitoraggio dello stato di salute dei calciatori.
Questo perché l'avanzamento tecnologico ha reso impossibile impedire lo scambio di informazioni al giorno d'oggi tra chi siede in panchina e eventuali server o collaboratori esterni. La spiegazione della nuova regola specifica quindi che non è vietato usare tablet e simili, ma agli arbitri è richiesta maggiore concentrazione sui "comportamenti risultanti dall'uso di tali apparecchiature". In poche parole è possibile usare un dispositivo purché non costituisca un pericolo per nessuno e non venga usato per protestare.
Rivedere un episodio di potenziale offside nel caso di un gol subito potrebbe rientrare nelle "ragioni tecnico/tattiche" codificate dalla modifica introdotta nel 2018: ci si potrebbe ad esempio giustificare dicendo che si stava guardando lo schieramento della difesa per rilevare eventuali errori che hanno portato a subire il gol, pur viziato da fuorigioco. Mostrare un replay a un ufficiale di gara e usarlo come tesi per chiedere la modifica di una decisione assunta in campo porta invece all'espulsione automatica, come indicato esplicitamente dal regolamento stesso
La tecnologia ammessa in panchina
Fino al 2018, anno della modifica che ha permesso l'utilizzo di qualsiasi dispositivo di comunicazione conforme alle regole, era comunque previsto che lo staff tecnico di una squadra usasse strumenti per monitorare le prestazioni dei calciatori, come ad esempio piccoli impianti dotati di gps da far indossare agli atleti che non costituissero un pericolo durante gli scontri di gioco (di solito vengono approvati direttamente dalla Fifa). Dallo scorso anno, inoltre, su tutte le panchine di Serie A è attivo il "Virtual Coach", l'applicazione sviluppata dalla Lega in collaborazione con Math&Sport che permette di ricevere in tempo reale i dati raccolti dalle telecamere in campo e fornire indicazioni e suggerimenti tattici per migliorare la prestazione di squadra. Le panchine sono sempre più sofisticate e all'avanguardia, l'importante è che l'evoluzione vada avanti solo per fini sportivi e non per monitorare gli arbitri: per quello c'è già il Var.