Il successo dell’Inter di Inzaghi nasce da una scelta precisa: “Ho fatto il suo nome in 5 minuti”
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L'Inter ripartirà il prossimo 6 gennaio da prima della classe dopo aver chiuso il girone d'andata davanti a tutti. Nessun alloro in bacheca, solamente percentuali che spingono i nerazzurri a essere potenzialmente di nuovo Campioni d'Italia e la conferma che il progetto tecnico iniziato con Conte sta proseguendo a vele spiegate con Simone Inzaghi. Che si gode il momento e tira le somme dopo i primi sei mesi ad Appiano.
L ‘armata nerazzurra ha mietuto avversari lungo la sua cavalcata di rimonta: prima ha ceduto il Napoli, poi il Milan. Con numeri impressionanti visto il miglior attacco in assoluto, una delle migliori difese del campionato e una facilità di migliorare meccanismi e gioco che l'ha resa ancora più forte e imprevedibile di un anno fa. Merito del tecnico ma anche del club e dei giocatori che ne compongono una rosa differente da quella tricolore ma pur sempre di primissima qualità. Elogi per tutti, nelle sue riflessioni a GazzettaTv dai difensori Dumfries e Dimarco ai centrocampisti vecchi e nuovi, con in cima Barella, confermato come la prossima "bandiera dell'Inter perché sente la maglia di questo club addosso".
![La grinta di Nicolò Barella, da tutti indicato come il prossimo capitano dell'Inter](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2021/12/GettyImages-1341125398.jpg)
C'è anche spazio per qualche aneddoto di mercato come l'acquisto in fotofinish di Calhanoglu – tra i più positivi fino a questo punto – in uscita dal Milan: "In quel momento era il giocatore ideale per il mio modo di vedere il calcio e che potesse sostituire Eriksen. Quando è avvenuto il fattaccio di Chris ho trascorso per tre giorni più ore al telefono con Hakan che con i miei familiari". Non solo il turco, ma anche Edin Dzeko, altro arrivo illustre che si è concretizzato subito dopo l'arrivo di Inzaghi in nerazzurro.
![La provocatoria esultanza di Calhanoglu nel derby, verso i suoi ex tifosi rossoneri](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2021/12/GettyImages-1352031315.jpg)
"L'ho affrontato spesso a Roma ed è sempre stato uno degli attaccanti più forti del nostro campionato" ha sottolineato Inzaghi ripercorrendo i suoi trascorsi alla Lazio con il bosniaco pericolo numero uno nei derby e adesso punta di diamante di un attacco in grado di aver fatto dimenticare in fretta Romelu Lukaku. Attorno al belga Inzaghi racconta anche l'ultimo retroscena di una estate vissuta intensamente e che riguarda l'avvicendamento delle punte con l'approdo dell'ex giallorosso, integratosi alla perfezione negli schemi e nel gioco: "Quando è andato via Lukaku, sono trascorsi solamente cinque minuti e ho fatto il suo nome al direttore. E lui mi ha detto che sfondavo una porta aperta"