video suggerito
video suggerito
Opinioni

Il solito teatrino su Juventus-Napoli e l’unica domanda sensata (che nessuno si è posto)

Il caos legato a Juventus-Napoli mette a nudo falle e zone d’ombra nelle norme che regolano il calcio in tempo di pandemia, ma la domanda più importante è quella che nessuno si fa: cosa è successo nel Genoa? Come è stato possibile, in regime di Protocollo, il contagio di 17 calciatori? Cosa ha minato la sicurezza delle misure di prevenzione? Non sottovalutare il virus è l’imperativo, anche per il calcio.
A cura di Sergio Chesi
404 CONDIVISIONI
Immagine

Sono bastate due giornate di Serie A per rendersi conto che i regolamenti disegnati su misura per gestire il campionato in contesto da pandemia presentavano falle e zone d'ombra. Ne sono servite tre affinché nelle pieghe di quegli stessi regolamenti e intorno a Juventus-Napoli montasse un classico teatrino all'italiana, di quelli in cui il calcio – che pure era faticosamente riuscito a trovare una nuova routine da qualche mese – riesce a dare il peggio di sé.

La questione delicata che lascia in dote Juve-Napoli sul piano sportivo non è se rinviare la partita o decretare il 3-0 a tavolino, facile materiale da bar sport. L'esito della faccenda è solo conseguenza del vero problema, quello che si è presentato anche in Lega Pro con il rinvio di Palermo-Potenza su input delle autorità sanitarie della Basilicata e che rappresenta – insieme ad un incontrollato aumento dei contagi – la più grande minaccia all'integrità del campionato: il confine tra la legislazione calcistica e ciò che stabiliscono autorità governative, che siano locali o nazionali.

Nelle ‘Regole relative a impatto Covid-19 / gestione casi di positività e rinvio gare‘ comunicate dalla Lega Serie A – a campionato già cominciato – ci si rimette vagamente ai "provvedimenti delle autorità statali o locali" e allo stesso tempo si fa riferimento al Protocollo validato dal CTS e applicato dalla FIGC, nel quale rientra anche la circolare del Ministero della Salute (prot. 21463 del 18 giugno 2020), quella della "quarantena soft", la direttiva che ha consentito la regolare disputa del campionato anche in presenza di casi positivi all'interno delle squadre. L'intervento dell'Asl Napoli 1, secondo i termini fatti trapelare dal Napoli, rappresenta un evento fuori dagli schemi sui quali si stava reggendo il delicato equilibrio della Serie A-Covid, e soprattutto crea un precedente che, se non regolamentato, rischia di alterare in maniera irrimediabile lo svolgimento del torneo.

Ma c'è un altro aspetto da considerare, il più importante. Avvolto in uno sconcertante silenzio. C'è una domanda che dovrebbe essere davanti a tutto e nessuno si sta ponendo: cosa è successo nel Genoa? Qualcosa è andato storto e per la prima volta ha minato la sicurezza del Protocollo. I due calciatori positivi rilevati nel club ligure prima di Napoli-Genoa sono diventati 12 il giorno dopo la partita. Oggi il Genoa conta 17 calciatori positivi al Covid, più di quanti se ne siano registrati in tutta la Serie A in regime di Protocollo (escludendo i casi di positività rilevati al rientro dalle vacanze estive). Come è stato possibile? Dovrebbe essere la prima preoccupazione, oggi, per capire cosa non ha funzionato nelle misure di prevenzione e come evitare che si possa ripresentare una situazione simile, visto anche il trend dei tamponi in casa Napoli, sinistramente analogo a quello riscontrato una settimana fa nel Genoa.

Per questa ragione, più che per qualunque altra motivazione o logica di convenienza, il rinvio di Juventus-Napoli avrebbe avuto senso. Al cospetto di una situazione eccezionale e mai capitata finora, per avere un quadro chiaro dell'evoluzione dei contagi nel club azzurro e per salvaguardare la salute dei calciatori della Juventus. D'altronde – e dovremmo averlo capito anche oltre il calcio -, se esiste un modo per portare a termine questo campionato è proprio questo: non sottovalutare il virus.

404 CONDIVISIONI
Immagine
Giornalista sportivo, caporedattore di Fanpage.it con delega all'area Sport. Tra le esperienze precedenti, ho ricoperto il ruolo da direttore di Goal.com, network di informazione calcistica del gruppo DAZN.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views