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Il sogno di Sandro Tonali val bene uno stipendio ridotto: oggi è l’anima del Milan

Sandro Tonali si è conquistato poco a poco il centrocampo e poi tutta l’identità del Milan, che ora dovrà fare solo altri due passi per vincere lo scudetto.
A cura di Enrico Scoccimarro
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Prima la zampata decisiva allo scadere che vale tre punti fondamentali contro la Lazio, poi la doppietta che stende il Verona e vale un pezzo di scudetto. Ma non è solo con questi gol che Sandro Tonali sta portando il Milan alla conquista della Serie A: la differenza sostanziale l'ha fatta durante tutto il campionato in mezzo al campo, con prestazioni superlative caratterizzate da ordine, controllo, aggressività e precisione di passaggio. Tonali è l'uomo chiave dei rossoneri in questa stagione. E pensare che in molti, dopo la scorsa annata, lo avevano messo in discussione: lui, con estrema umiltà, aveva compreso e, per avere una seconda opportunità di stupire, aveva risposto alle critiche riducendosi lo stipendio. "Ognuno di noi ha una testa diversa – disse a luglio scorso e le sue parole finirono per fare inevitabilmente il controcanto alla scelta di Donnarumma, volato a Parigi -. La mia priorità è stare bene in una squadra e io al Milan voglio vincere. Altri credono siano cose come ambizione, soldi, carriera".

Scelta di cuore, a conferma di quanto ci tenesse a quella maglia, sognata così tanto da bambino da chiederla anche in una letterina a Santa Lucia, molto più importante dei soldi o di altre prospettive di carriera. Sapeva di doversi ritagliare uno spazio nel centrocampo del Milan, ma quest'anno poco ci è voluto: con qualche ingresso a partita in corso e qualche chances da titolare, il ragazzo di Lodi ha convinto tutti, da mister Stefano Pioli a Paolo Maldini, che aveva deciso in estate di confermarlo in maglia rossonera, riscattandolo dal Brescia. Il giovane ha ripagato la fiducia con gli interessi, con la consapevolezza che deludere con la maglia della squadra del proprio cuore è il doppio più doloroso: "Essere tifoso del Milan conta – ammette nel post-partita – Quando vince il Milan sono contento due volte e quando perde è il contrario. Ci sono pro e contro – conclude – ma essere milanista in serate così è un vantaggio".

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Ottenuto il posto da titolare, il resto è storia recente. Il 22enne, che ieri ha anche compiuto gli anni, è diventato leader del centrocampo rossonero e in particolare l'uomo più decisivo in questa fase cruciale del campionato, dando un contributo essenziale a una rosa che presenta ancora delle mancanze qualitative e quantitative nei ruoli di centravanti ed esterno destro.

Proprio per sopperire a questi deficit, ieri Pioli ha deciso di dargli ancora più peso sulle spalle, avanzandolo di una ventina di metri, abbandonando i suoi territori consueti davanti alla difesa e irrobustendo la fase offensiva: fare il centrocampista centrale in fase di non possesso e poi il trequartista, ma anche attaccante aggiunto, in fase offensiva. Anche nelle vesti di tuttofare, Tonali ha risposto nel migliore dei modi e ha dato un ulteriore insegnamento al calcio italiano sui ragazzi che, se non impressionano subito, vengono mandati in squadre minori o in Serie B "a farsi le ossa": i giovani bisogna anche saperli aspettare.

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