Il Sion vuol tagliare gli stipendi, i calciatori si oppongono: licenziati in 9
I calciatori non accettano una decurtazione dell'ingaggio e il presidente li licenzia. È successo in Svizzera, il club in questione è il Sion. Nove i giocatori che sono stati messi alla porta dal presidente, Christian Constantin: oltre a Pajtim Kasami e Seydou Doumbia (entrambi conosciuti in Italia per i trascorsi con Palermo e Roma) sono stati svincolati anche Song, Ermir Lenjani, Xavier Kouassi, Mickaël Facchinetti, Christian Zock, Djorou e Birama Ndoye.
Il massimo dirigente aveva proposto alla squadra di accettare una riduzione degli stipendi a causa dell'emergenza Coronavirus che ha costretto il campionato allo stop forzato. Semplice, semplice il ragionamento: non vai in campo, non ti pago. Una posizione, quella assunta dal patron elvetico, che ha irritato il sindacato dei calciatori e può avere un seguito anche legale.
Il club aveva messo sul piatto un'offerta ritenuta inaccettabile dalla controparte, un'offerta di proporzioni ridotte a causa dei mancati introiti economici provocati dalla cessazione dell'attività agonistica: accordi di breve durata e salari massimi di 12.350 franchi (circa 12 mila in euro), pari a quelli garantiti dall’assicurazione contro la disoccupazione (come raccontato dall'articolo pubblicato dal quotidiano Blick).
La misura adottata dalla società svizzera non è l'unica del genere in Europa: in Francia è stato il Lione ad applicare una stretta sugli ingaggi dei calciatori sia per la grande incertezza sulla ripresa dei campionati e delle Coppe (il club transalpino è avversario della Juventus nel ritorno degli ottavi di Chamopions). In Italia è concreta la possibilità che Assocalciatori e Lega Serie A raggiungano un accordo di questo tipo: non c'è ancora un'intesa definita ma, secondo le prime indiscrezioni, i calciatori verrebbero suddivisi in cinque fasce di reddito.