Il significato nascosto dell’esultanza di Lukaku in Juventus-Inter: è una vecchia tradizione
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L'esultanza di Romelu Lukaku ha acceso gli animi al termine della partita di Coppa Italia fra Inter e Juventus: un saluto militare e il dito portato alla bocca per zittire tutti, chi lo ha criticato gli ultimi mesi e chi gli ha dedicato cori razzisti allo Stadium.
Il gesto polemico – che gli è costato l'espulsione – è stato visto come pura provocazione da parte dei tifosi avversari che lo avevano già punzecchiato qualche minuto prima. In realtà non è la prima volta che il belga decide di esultare così, una celebrazione silenziosa che però ha un suo significato.
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L'ultima volta aveva celebrato così in occasione delle tripletta segnata con il Belgio contro la Svezia: era il 24 marzo e allora aveva deciso di dedicare un tenero pensiero all'infortunato Jeremy Doku, giovane talento belga fermo per infortunio. Questa esultanza infatti è diventata il marchio di fabbrica del giocatore del Rennes che è solito festeggiare così dopo aver segnato.
Lukaku per lui è diventato una sorta di fratello maggiore durante i ritiri della nazionale e non è la prima volta che Big Rom decide di emularlo. Era accaduto anche qualche anno fa, il 5 settembre 2021 durante la partita di qualificazione ai Mondiali contro la Repubblica Ceca.
I due giocatori hanno in comune anche un passato all'Anderlecht: entrambi sono cresciuti calcisticamente nella squadra belga e mantengono vive le tradizioni delle giovanili. L'esultanza militare infatti deriva proprio da lì ed è comune a tanti giocatori passati per l'Academy del club. Anche Sambi Lokonga, per esempio, celebra i gol allo stesso modo dei suoi connazionali.
Qualche tempo fa è stato lo stesso Doku a spiegare l'origine di questo curioso modo di festeggiare: "È una celebrazione che ho visto da piccolo. Mi ha ispirato. Ha un significato ma preferisco tenerlo per me. Il mio dito sulla bocca ovviamente significa "taci ". E la mano sulla fronte, che non vedo più gente che parla".
L'esultanza di Lukaku è stata vista come una provocazione dai tifosi e dai giocatori avversari che hanno criticato il gesto, come nel caso di Danilo e Perin. La celebrazione ha poi scatenato un grande caos in campo che è costato all'attaccante l'espulsione per doppia ammonizione che lo costringerò a saltare la partita di ritorno contro la Juventus.