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Diego Armando Maradona morto a 60 anni

Il significato delle frasi che Maradona ha voluto scritte sulla sua tomba

Maradona è stato sepolto nel cimitero di Jardin Bella Vista il 26 novembre scorso. L’ex Pibe de Oro, la cui morte fa ancora discutere per l’inchiesta in corso, ha chiesto che sulla sua lapide ci fossero scritte poche parole che spiegassero cosa ha significato per lui il gioco del calcio. Ecco qual è la frase, accompagnata anche da una dedica speciale.
A cura di Maurizio De Santis
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Diego Armando Maradona è morto il 25 novembre scorso. Il lungo addio dell'ex Pibe de Oro è stato caratterizzato dalla cerimonia pubblica, con l'esposizione del feretro nella camera ardente allestita all'interno della Casa Rosada, e poi dalle esequie svolte in forma privata al cimitero di Jardin Bella Vista dove è avvenuta la sepoltura. Solo una trentina di persone, rigorosamente selezionate dalla famiglia, hanno partecipato al rito per dare l'ultimo saluto alle spoglie dell'ex campione.

Fu una giornata durissima, caratterizzata dal dolore e dall'angoscia del popolo argentino che aveva creduto immortale quel ‘dio' che aveva regalato al Paese i successi più belli ed esaltanti (dalla vittoria contro l'Inghilterra fino alla conquista della Coppa del Mondo in Messico); dai tumulti perché nessuno voleva rinunciare a sfilare dinanzi alla bara dell'ex calciatore; dalla rabbia della ex fidanzata, Rocio Oliva, tenuta a distanza dalle figlie di Diego e dalla ex moglie, Claudia Villafane. E oggi grida vendetta, pronta a dare battaglia per un pezzo di eredità e di patrimonio.

Gol e prodezze divine, il calcio è stato tutto – nel bene e nel male – per el Diez. Ecco perché ha voluto che sulla sua tomba ci fosse una frase speciale, poche parole che spiegassero cosa ha rappresentato per lui quella disciplina. Cosa ha significato per il ragazzo di Villa Fiorito, che palleggiava con le arance, avere tutto il mondo chiuso in una sfera di cuoio con il resto della vita che gli gira intorno.

"Grazie alla palla", ecco qual è l'incisione che Maradona ha voluto ci fosse sulla lapide dinanzi alla quale si sono ritrovati una decina di ex compagni di nazionale di quella bellissima avventura mondiale in Messico. Lo aveva confessato già nel 2005, durante la puntata della trasmissione la Noche del Diez quando – accomodato sul palco con tutto il pubblico davanti – raccontò a cuore aperto il bello e il brutto della sua vita. Senza nascondere nulla. Non lo ha mai fatto.

Il calcio è lo sport che mi ha dato più allegria, più libertà – disse allora Maradona -. Per me è stato come toccare il cielo con la mano. Grazie alla pelota. Scriverei questo sulla lapide.

E così è stato. Ma c'è ancora un'altra iscrizione accanto a quella che rientra nelle ultime volontà dell'ex Pibe. "Ci manchi", è la dedica all'ex calciatore che il 30 ottobre scorso, in occasione del suo ultimo compleanno prima dell'operazione alla testa e dell'aggravarsi delle condizioni di salute, aveva aggiunto in epigrafe: "Il calcio mi ha dato tutto quello che ho, più di quanto immaginavo. Sarò eternamente grato ai tifosi". Chi ama il Dieci non dimentica. Ecco perché ‘ci manchi'.

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