Il segreto dell’Italia è nel bel gesto di Mancini: così ha creato un grande gruppo
L'Italia è stata elogiata dal mondo intero. Una squadra che non ha campioni, né fuoriclasse e neanche i fenomeni che ci hanno fatto gioire nel 2006 in quel Mondiale vinto in Germania con Marcello Lippi in panchina. Quella di Roberto Mancini è un'altra nazionale che fa della forza del gruppo la sua arma migliore. Nessuno responsabilità per i singoli, nessun top player da dover costringere a sobbarcarsi la squadra sulle spalle, ma solo la mentalità vincente trasmessa dal commissario tecnico a un gruppo di ragazzi che hanno tutta la voglia di vendicare quella batosta del mancato accesso al Mondiale del 2018. Mancini ha ricostruito la nazionale dalle ceneri di quella squadra che si è ritrovata con l'ex tecnico di Inter e Manchester City alla guida degli azzurri.
Dal 10 ottobre 2018 l'Italia ha realizzato 86 gol in 35 partire subendo solo 14 reti. Sono 11 le partite consecutive senza subire gol e soprattutto Mancini è imbattuto da 30 gare. La nazionale italiana come una squadra di club. Ecco, è proprio questo il segreto di questo gruppo. La conferma la si evince dalle parole di Matteo Pessina, autore del gol decisivo contro il Galles che a fine partita ha detto: "Con Mancini ho ritrovato la stessa mentalità di Gasperini all'Atalanta". Vivere la nazionale come il proprio club e la dimostrazione di tutto questo sta nel fatto che il commissario tecnico dell'Italia abbia fatto giocare 25 giocatori sui 26 convocati. Almeno un minuto ciascuno, con l'unica eccezione rappresentata da Meret. Anche Sirigu è riuscito ad avere gloria subentrando a Donnarumma.
Forse questa Italia non ha stelle di prima grandezza ma è una squadra mediamente forte e Mancini ha puntato su coesione gruppo per dare quel qualcosa in più. Ben 20 giocatori su 26 in rosa hanno avuto almeno una chance di giocare dall’inizio. Gli unici a non aver mai giocato dal primo minuto fino a questo momento sono: Sirigu, Meret, Acerbi, Cristante, Raspadori, Castrovilli.
Proprio Acerbi potrebbe però essere il sostituto dell'infortunato Chiellini agli ottavi di finale. D'altronde, Mancini l'ha ribadito più volte: "In questa rosa sono tutti titolari". Non una frase fatta, ma una vera filosofia di calcio trapiantata dalla mente di Mancini a quella dei suoi giocatori che stanno dimostrando di non temere nessuno.