Il segreto che accomuna Italia e Spagna nel nome di Mancini e Luis Enrique
L'Italia e la Spagna fanno parte delle quattro finaliste, insieme a Francia e Belgio, della seconda edizione della Uefa Nations League. Solo qualche mese fa parlavamo del vortice in cui sembravano essere state inghiottite queste due nazionali mentre da qualche settimana a questa parte sono solo complimenti e felicitazioni per Roberto Mancini e Luis Enrique. Gli Azzurri e le Furie Rosse si sono affrontanti nella finale dell'Europeo del 2012, con la netta vittoria degli spagnoli per 4-0 a Kiev, ma si trattava di un momento diverso per i due movimenti: la selezione italiana veniva dal fallimento del Sudafrica e con Cesare Prandelli aveva ritrovato il sorriso mentre la Roja di Vicente del Bosque il Mondiale del 2010 lo aveva vinto e nel 2012 era la nazionale più forte del mondo.
Quello è stato l'ultimo momento di grande impatto per Italia e Spagna: nelle successive edizioni dei Mondiali è sempre stato un disastro, in Brasile entrambe non sono andate oltre il girone e in Russia la Spagna è stata sconfitta dalla padrona di casa agli ottavi di finale; mentre agli Europei del 2016 si incrociarono agli ottavi di finale ma gli Azzurri di Antonio Conte vennero eliminati ai quarti dalla Germania.
Entrambe le federazioni hanno deciso di dare una svolta dopo le debacle ed ecco comparire sulla scena allenatori con un importante background come Luis Enrique in Spagna e Mancini in Italia. Le loro scelte sono state rivoluzionarie hanno affidato le sorti del loro percorso ai giovani, convocando ragazzi che non avevano avuto molte esperienze nei club e tentando di formare un'ossatura che possa durare nel tempo. L'età media della squadra spagnola scesa in campo nella partita contro la Germania è di 25,8 anni, con un solo giocatore oltre i 30 anni (Sergio Ramos); mentre quella azzurra contro la Bosnia è di di 25,7 anni, con un solo giocatore over 30 (Acerbi). Alcuni calciatori hanno trovato una continuità di rendimento, tra club e nazionale, che li ha messi in vetrina a livello europeo: da Barella a Ferran Torres passando per Ansu Fati e Locatelli, si sono ritagliati il loro spazio e hanno dimostrato che è arrivato il loro momento.
Entrambe le squadre si sono qualificate alla grande al prossimo Europeo, con l'Italia che ha vinto 10 gare su 10 nel suo gruppo (34 gol fatti e 4 subiti) e la Spagna che ne ha vinte 8 e pareggiate 2, (31 reti realizzate e 5 prese); e i progressi si sono confermati nei successi dei rispettivi gironi della UEFA Nations League. Nell'ottobre del 2021 italiani e spagnoli si troveranno di fronte l'élite del calcio europeo, Francia e Belgio sono un gradino più alto nel percorso e hanno un bacino di calciatori straordinario da cui attingere; ma Roberto Mancini e Luis Enrique hanno mostrato che la gioventù non è sinonimo di tentativo o di progetto senza vittorie, bisogna avere il coraggio di farli giocare e farli rendere al meglio.