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Il rituale di Szczesny prima delle partite: “Non hanno il coraggio di chiedermi cosa sto facendo”

Prima di scendere in campo, nel pullman o nello spogliatoio, Szczesny si isola dai suoi compagni per meditare: “Il figlio di Ter Stegen gli ha chiesto perché stessi dormendo”
A cura di Ada Cotugno
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Szczesny è diventato ormai un punto fisso del Barcellona che con lui in porta ha subito appena due gol in campionato: ci ha messo tempo prima di prendersi il posto da titolare, ma il polacco adesso è diventato il sostituto principale di Ter Stegen che è ancora alle prese con il suo bruttissimo infortunio. Da gennaio il polacco gioca con grande continuità e garantisce risultati eccellenti, ma dietro alla sua bravura non c'è solo esperienza e allenamenti mirati.

L'ex portiere della Juve, che si era addirittura ritirato al termine della scorsa stagione, ha rivelato ai canali ufficiali dei blaugrana che segue un rituale preciso prima delle partite che qualche volta gli ha causato un po' di imbarazzo: quando è nello spogliatoio oppure sul pullman della squadre chiude gli occhi e medita per qualche minuto, così da trovare la concentrazione necessaria per scendere in campo senza farsi condizionare dall'ansia e dallo stress. In tanti lo hanno guardato con curiosità, senza capire cosa stesse realmente facendo.

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Il segreto di Szczesny, medita prima di ogni partita

È un rito che ripete sempre e che ormai i suoi compagni al Barcellona hanno compreso, anche se le prime volte causava un pochino di imbarazzo. Szczesny ha raccontato che per potersi gestire al meglio oltre agli allenamenti segue un rituale di meditazione che lo porta a ritagliarsi del tempo in solitaria prima di ogni partita, dovunque si trovi: "Mi sento a mio agio a meditare nello spogliatoio davanti a tutti. Non mi dispiace. Ho avuto una situazione buffa con Ter Stegen: mi ha detto che suo figlio era entrato nello spogliatoio prima della partita e che tutti stavano facendo le loro cose mentre io stavo meditando. E gli ha detto: ‘Papà, perché Szczesny dorme?'".

Piccoli incidenti a parte, il portiere ha trovato da anni una routine che gli permette di giocare in serenità e di connettersi con sé stesso prima di scendere in campo, ignorando qualsiasi cosa accada intorno. Non ha bisogno di essere in un ambiente silenzioso e questo ha creato qualche piccolo siparietto simpatico con i compagni di squadra che non erano abituati a vederlo intento con la meditazione: "Lo faccio a volte sull'autobus mentre vado alla partita. Molti non sanno cosa sto facendo e probabilmente mi guardano per la prima volta e pensano: ‘Cosa sta succedendo?'. Molti non hanno il coraggio di chiedermi cosa sto facendo. Ma alcuni compagni di squadra in passato me l'hanno chiesto e gliel'ho spiegato".

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