Il rigore tolto alla Juve contro la Lazio fa discutere: cosa dice il regolamento sulla “giocata deliberata”
Perché il rinvio di testa di Patric non è stato considerato una "giocata deliberata" e invece il rilancio di Bartosz Bereszyński sì? È il dubbio molto forte, legittimo, che sorge (soprattutto tra tifosi bianconeri) tenendo conto di cosa è accaduto a distanza di 24 ore tra Juventus–Lazio di Coppa Italia (semifinale di andata) e Inter-Empoli di campionato.
Nel primo caso l'arbitro ha annullato il calcio di rigore inizialmente concesso per fallo di Vecino su Cambiaso: Massa ha rivisto la decisione dopo segnalazione del Var e, valutando da regolamento non volontario l'intervento di testa del difensore biancoceleste, ha optato per revocare la massima punizione ai bianconeri. Lo ha ritenuto una deviazione avvenuta senza essere in pieno controllo della palla e ha anche un avversario vicino (McKennie). Una deduzione che ha provocato anche la reazione stupita di Allegri: giratosi verso la panchina, s'è chiesto come fosse mai possibile non dare un rigore del genere visto l'intervento.
Nel secondo il riferimento è alla posizione iniziale di offside di Thuram che avrebbe viziato il vantaggio dell'Inter (segnato da Dimarco) se il difensore dei toscani non avesse "intenzionalmente" spazzato l'area di rigore (nell'immagine di Mediaset si vede che non ha avversari intorno) regalando la palla a Barella, così da innescare l'inizio di una nuova azione. Quella che nel gergo viene definita APP (Attacking Possession Phase) ed estromette anche la possibilità di intervento del Var. Sull'episodio Massimo Mauro s'è infuriato sostenendo che quella non fosse una giocata vera e propria ("ma cosa me ne frega del regolamento!", ha rimarcato in diretta a Pressing).
Se è chiaro perché Massa abbia tolto il rigore alla Juventus dopo la on-field-review al monitor, la perplessità sorge sull'interpretazione del concetto di "giocata deliberata" indicata al punto 2 della regola 11 del gioco del calcio (Fuorigioco). Si ha quando un calciatore ha il controllo del pallone con la possibilità di:
- passare il pallone a un compagno
- guadagnare il possesso del pallone
- rilanciare il pallone (ad esempio, calciandolo o colpendolo di testa).
Se il passaggio, il tentativo di guadagnarne il possesso o il rilancio del calciatore in controllo del pallone è impreciso o non ha successo, ciò non annulla il fatto che il calciatore abbia giocato deliberatamente il pallone.
I seguenti criteri devono essere utilizzati, a seconda dei casi, quali indicatori che un calciatore aveva il controllo del pallone e, di conseguenza, si può ritenere che lo abbia "deliberatamente giocato":
- Il pallone arrivava da lontano e il calciatore ne aveva una visuale chiara
- Il pallone non si muoveva velocemente
- La direzione del pallone non era inaspettata
- Il calciatore ha avuto il tempo di coordinare il movimento del proprio corpo, cioè non era un caso di allungamento/estensione (degli arti) o di un salto istintivi, o un movimento che ha conseguito un contatto/controllo limitato
- Un pallone che si muove a terra è più facile da giocare di un pallone in aria.
In base a quanto indicato dal regolamento, l'unica considerazione che si può fare è che secondo il direttore di gara Patric non era effettivamente in controllo della palla né aveva abbastanza libertà per colpirla (aveva McKennie vicino a mettergli pressione). E che la sua non fosse una "giocata deliberata", anche se il movimento del collo (in torsione per indirizzare la sfera verso l'esterno) ha dato tutt'altra impressione.