Il rigore sbagliato da Kane contro la Francia: gli è mancata l’unica cosa che serviva davvero
Quei trenta secondi in cui è cambiato tutto ed Harry Kane è stato lasciato "solo e vulnerabile" nel momento cruciale della partita. Il calcio di rigore sbagliato dal capitano dell'Inghilterra contro la Francia non sarebbe errore esclusivamente del singolo ma di un gruppo di giocatori che in quegli istanti decisivi non ha agito da squadra, lasciando l'incombenza di quell'episodio sulle spalle del compagno, alla merce' degli avversari.
Se l'attaccante lo ha fallito è perché – secondo la tesi esposta da Geir Jordet, professore di Scienze dello Sport – gli è venuta a mancare l'unica cosa di cui aveva effettivamente bisogno: Jordan Henderson, una pedina che sotto il profilo psicologico più di tutti rappresentava il miglior sostegno potesse avere (e che gli altri non gli hanno saputo dare).
È lui che protegge i rigoristi (emblematico l'atteggiamento coi Reds mentre Salah s'incarica della battuta), fa loro da scudo e li affianca, scava un solco tra il compagno e i giocatori dell'altra squadra, prenda la palla e gliela consegna, fa sentire la sua presenza e agisce da deterrente rispetto alle manovre di disturbo dei rivali. Cose che non si notano (o non tutti sono in grado di notare) ma si tratta di dettagli che possono fare la differenza e che all'Inghilterra sono venuti meno.
La teoria proposta è interessante e, al di là delle peculiarità di ogni interprete sul rettangolo verde, focalizza l'attenzione su come possano rendersi effettivamente utili in frangenti del genere tutti gli altri protagonisti della sfida. Il ragionamento parte da una domanda semplice: cosa hanno fatto gli altri calciatori dei Tre Leoni per proteggere Kane, sotto pressione per la delicatezza del tiro?
Poco o nulla, è la deduzione a cui lo studioso arriva partendo proprio dal ruolo che ha il centrocampista del Liverpool tanto nella squadra di club quanto in nazionale. In un thread su Twitter ha proposto una serie di osservazioni tangibili che mostrano come l'aspetto psicologico si regga su equilibri molto precari e quanto siano importanti certe figure affinché anche attraversare un ponte sospeso sul vuoto possa sembrare una passeggiata.
Nel primo rigore lui c'era, nel secondo no. E nessuno è riuscito a colmare quella lacuna. In occasione del pareggio (1-1) dagli undici metri Henderson ha recitato alla perfezione il suo copione: lo si nota dalle foto, dalla postura e dalla mimica eloquente: è stato lui ad afferrare la sfera prima dei francesi, è stato lui a ‘scortare' Kane fino al dischetto e non lo ha mollato un attimo. Quando si è allontanato, si è andato a sistemare in una zona del campo che, in caso di errore, gli avrebbe permesso di accorrere subito al fianco del compagno. È scattato contemporaneamente alla breve rincorsa presa da Kane.
Sul 2-1 e con Kane di nuovo sul dischetto qualcosa è andato storto. Una su tutte: Henderson era in panchina perché sostituito e il capitano, per i primi 30 secondi dopo la verifica del Var, è rimasto incustodito, ‘preda' dei transalpini che provavano a distrarlo. Mason Mount si è fatto avanti per primo poi è arrivato anche Bellingham frapponendosi tra lui e Giroud. Ma era troppo tardi.
Una volta sbagliato il penalty s'è ritrovato esattamente com'era fino a pochi istanti prima di calciare fuori la palla del possibile 2-2: solo, circondato dai francesi che gli sciamavano intorno in area di rigore mentre i compagni di squadra – eccezion fatta per Bellingham – avevano le spalle voltate e le mani nei capelli per la disperazione del momento. A fine gara comparirà di nuovo Henderson, accanto a Kane (sconsolato) ci sarà subito lui poi arriverà anche Pickford che lo preserverà dalle telecamere che ne riprendono la disperazione.