Il ricordo chock di Diego Costa: “Il medico fumava sigarette mentre piangevo dal dolore”
Diego Costa ha voluto raccontare uno dei momenti più tristi e difficili della sua carriera, risalente al 2014 nei mesi precedenti alla storica finale di Champions League che la sua squadra, l'Atletico Madrid si giocò nello storico derby contro il Real Madrid. L'esito è risaputo coni colchoneros che persero ai supplementari e anche che Diego costa di quella partita disputò solamente nove minuti, per essere sostituto da Adrian Lopez.
Per l'attaccante ispanico-brasiliano fu uno dei momenti più bui a livello personale perché coincideva con un periodo di infortuni e difficoltà atletiche che lo avevano messo ripetutamente ko, limitandone l'impegno e condizionandone le prestazioni. Ma fece di tutto per farsi trovare pronto ad un evento più unico che raro, di giocarsi il più prestigioso trofeo continentale per club, la Champions League, in un derby di Madrid contro i Blancos di Cristiano Ronaldo.
La serata orribile dell'Atletico e di Diego Costa
Finì malissimo per i biancorossi di Diego Simeone che uscirono battuti ai supplementari dopo aver accarezzato la brezza del successo. E fu una serata orribile per Diego Costa in particolare che, sì, scese in campo titolare, reduce da quello che sembrava uno straordinario recupero, ma che dovette cedere dopo soli 9 minuti per i dolori al ginocchio. E su quell'infortunio, l'attaccante è tornato a parlare dai microfoni di Espn Brazil.
L'elettroshock in Serbia
Nelle settimane precedenti alla finalissima, Diego Costa si era rivolto alla dottoressa Marijana Kovacevic che in quel periodo vantava una terapia che appariva miracolosa nell'abbreviare i tempi di recupero e di rieducazione da infortuni gravi. Diego Costa volò a Belgrado in Serbia, per sottoporsi alle cure speciali: "Fu uno dei più orribili ricordi che ho in carriera, sembrava di subire un autentico elettroshock".
Le urla di Costa e le sigarette del medico
Il trattamento prevedeva una serie di massaggi utilizzando uno speciale rullo con cui si faceva assorbire all'arto infortunato un particolare gel, costituito da placenta di cavalla. Questo unguento sembrava possedere doti miracolose per la ricostruzione dei tessuti unito a delle scosse elettriche derivanti da un flusso di energia ad alta frequenza: "E' stato durissimo, molto doloroso. E mentre io gridavo dal dolore, il medico si fumava le sue sigarette".