Il rapporto di odio-amore (e botte) tra Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Chiellini
Cos'hanno in comune Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Chiellini? In apparenza poco o nulla, oltre ad una straordinaria carriera nel calcio e la palma di migliori nei rispettivi ruoli. Ma scavando un po' più a fondo si scopre che il centrale difensivo oggi alla Juventus e l'ariete svedese del Milan condividono quasi lo stesso modo di vivere il calcio, affrontato con personalità, lasciando spesso poco spazio alla diplomazia e – ovviamente – scontrandosi anche a distanza, oltre che sul campo quando è accaduto nel corso degli anni.
Un rapporto di amore e odio, di profondo rispetto ma anche di una spiccata rivalità tra due giocatori che rappresentano ognuno a suo modo, la leadership che il gruppo squadra cerca e che – quando trova – segue quasi ciecamente. Straordinari interpreti del calcio moderno, campioni nei 90 minuti come nella vita di tutti i giorni la storia di Ibrahimovic e Chiellini si interseca tra i dedali del calcio, lasciando ciclicamente spazio a confronti anche accesi e che hanno scritto pagine importanti nella storia del pallone. Entrambi hanno giocato insieme solo in una occasione, con la maglia della Juventus nella stagione 2005/06. Qualche anno dopo si sono incontrati ma da avversari, quando lo svedese vestiva la maglia dell’Inter e da allora si sono incrociati semplicemente da avversari.
Proprio in occasione del suo primo ritorno a Torino da avversario in nerazzurro, si può iniziare a dipingere le prime pennellate, fatte di ‘sportellate' in campo e di parole rudi e crude fuori, soprattutto in una biografia che Zlatan scriverà anni più tardi in cui si soffermerà proprio sulla gara Juve-Inter, caratterizzata dal confronto diretto con Chiellini. Sono gli anni feroci di Calciopoli con l'universo bianconero coinvolto nello scandalo del pallone e quello nerazzurro che si erge a paladino. Ibra era prima stato alfiere juventino, poi si ritrova leader interista. "Non riuscii a ripagarlo in campo dalle botte prese, ma a fine gara lo presi per i capelli. Si spaventò per una eventuale rissa, lo vidi nei suoi occhi", ricorderà Ibra anni più tardi.
Qualche anno più tardi accadrà il contrario, con Ibra nelle vesti della sua prima esperienza in rossonero e Chiellini sempre in bianconero: in un match di Coppa Italia 2012, sul campo lo svedese mette le mani addosso all'allora portiere della Juve, Storari, reo di non aver ammesso una deviazione con palla finita sul fondo. "Gli ha messo le mani in faccia – denuncerà Chiellini a fine gara – chiedo la prova televisiva. Anche se non ha lasciato lividi non è la prima volta che lo fa". Un atteggiamento da ‘spia' che non piacque a nessuno, tanto meno a Ibrahimovic che era stato appena squalificato per lo stesso motivo e con le stesse modalità in campionato per 3 turni dopo Milan-Napoli.
Fin qui gli strali e la rivalità ma si sa, non c'è odio senza un pizzico d'amore che nel caso di Ibrahimovic e Chiellini significa rispetto. Di esempi ce ne sono molteplici, come quando lo svedese in veste rossonera onorerà nel 2010 ‘Re Giorgio‘ confessando di considerarlo il difensore che meglio riesce a marcarlo: "E’ davvero difficile giocare contro di lui, non ti lascia spazio, non ti fa respirare… Ma “Chiello” mi piace, è leale, un combattente vero. Fra noi due ci sono sempre stati bellissimi duelli".
E se Zlatan ha reso gli onori al difensore, Chiellini non è stato da meno verso l'attaccante. L'occasione è arrivata ad esempio all'Europeo 2016, quando a dividerli erano le maglie delle rispettive nazionali, Svezia e Italia. In quell'occasione, fu Chiellini ad applaudire il rivale: "Ci siamo presi a calci, sgomitati, anche minacciati in campo. Però non ho mai visto uno che sposta così gli equilibri come ha sempre fatto Zlatan".
Pensieri che hanno poi avuto conferma in questi ultimi tempi, con Ibrahimovic di nuovo in campo con la maglia del Milan e Chiellini fermo ai box, ma che non dimentica: "Accettare l’uno contro uno con Ibra significa guadagnarsi il rispetto. Non mi sono mai tirato indietro e da ogni sfida con lui sono uscito più forte e convinto. Lo ammiro tantissimo mi ha permesso di tirare fuori da me il meglio".