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Il racconto di Balotelli, dopo Marsiglia il momento più buio: “Un accenno di depressione, stavo male”

Mario Balotelli si racconta in un’intervista e svela il suo momento più difficile. Dopo Marsiglia ha iniziato un percorso psicologico: “Ho avuto un accenno di depressione, stavo male”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Mario Balotelli è svincolato e continua ad allenarsi da solo in compagnia del suo preparatore di fiducia ed alcuni suoi fidati amici. Sull'erba sintetica di uno dei campi dello stadio di Castegnato, in provincia di Brescia, è affiancato dall'amico di sempre Simone Ghezzi, attaccante che ha militato nelle giovanili delle Rondinelle ed il sedicenne Alberto Rizzi, portiere del Desenzano. Nel corso di un'intervista a DAZN l'ex attaccante di Inter, City, Liverpool e Milan su tutti, ha raccontato le tappe della sua carriera soffermandosi soprattutto sul periodo più duro.

Dopo Marsiglia il buio. "A fine stagione non potevano comprarmi e sono rimasto senza squadra – spiega -. Da lì ho cominciato un po'…non dico depressione, ma un accenno di depressione ce l'ho avuto, sono stato male. È stato l'inizio di tante scelte sbagliate". Poi continua: "Ho scelto di venire a Brescia ed è stato sbagliato perché non bisogna associare il lavoro con la famiglia". Con forza e tenacia ne è uscito: "Mi ha aiutato tanto un percorso psicologico – spiega -. Oggi che sono a un livello avanzato del mio percorso, che mi ha cambiato tanto, ho consapevolezza di me stesso".

Balotelli parla di quei momenti, di cosa abbia vissuto: "In quei momenti ti senti solo, triste, demotivato, non protetto ma ho avuto la fortuna di avere la mia famiglia vicino – aggiunge -. Il consiglio che darei è fare un percorso psicologico e il mio rimpianto è non averlo fatto prima. Fino a 6-7 anni fa non lo avrei mai fatto, ma è importante. Non sono cambiato, ma ho i mezzi ora, mi conosco, cosa che prima sottovalutavo". E anche grazie a questo percorso è ripartito: "Essere consapevoli di quello che hai dentro è un'arma perché sai controllarti in ogni momento". 

Supermario oggi è sicuro di una cosa: "Se avessi lavorato da quando ero giovane come sto lavorando adesso sarei…ciao – sorride -. Non me ne pento però se avessi dato di più avrei fatto di più sicuramente". Della sua carriera parla con un pizzico di rammarico, specie dopo quanto avvenuto a Marsiglia. "Prima di andarci ebbi un'offerta allucinante dalla Cina – spiega -. Ne parlai con Mancini perché era una cosa sproporzionata. Lui mi disse che non mi avrebbe convocato se fossi andato così lontano. Restando in Europa ero convocabile e così sono andato a Marsiglia".

Mancini e Balotelli in Nazionale.
Mancini e Balotelli in Nazionale.

Balotelli e la Nazionale: "Qualcuno in Federazione deve cambiare idea per farmi convocare"

Il mancato rinnovo dopo 6 mesi a Marsiglia e più di 10 gol non portarono il club a comprare totalmente Balo che poi militò anche nel Monza: "Ho avuto tante difficoltà mie personali, tanti pensieri, anche che non volevo più giocare – ha spiegato rispetto a quell'esperienza -. Un bel combattimento tra me e me in quei mesi". Poi l'Adana, il Sion ("mai vista una roba del genere") e ora la voglia da solo di riprendersi la sua carriera anche per cancellare quei pregiudizi delle persone nei suoi confronti: "Li vorrei sapere anche io, non ho mai rovinato uno spogliatoio".

Capitolo Nazionale. Balo ci spera, ma sa benissimo che dovrà impegnarsi tanto dopo aver trovato squadra. Ma quella maglia azzurra la desidera e sottolinea: "Non sono stato convocato quando lo meritavo – ha detto – Mancini non ha potuto convocarmi, ma non era una scelta sua e ci sono rimasto male. C'era sempre una scusa per non convocarmi. Io devo fare tanto meglio degli altri per andare in nazionale, deve essere quasi un obbligo – e conclude -. Ci vorrebbe anche che qualcuno in federazione cambi idea: è chiaro a tutti". 

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