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Il raccattapalle è scorrettissimo “per amore”: la FIFA può cambiare la regola che glielo consente

La scorrettezza compiuta da un raccattapalle nella massima serie colombiana potrebbe indurre la FIFA a cambiare il regolamento del gioco del calcio, che allo stato attuale favorisce due volte la squadra aiutata dal ragazzo.
A cura di Paolo Fiorenza
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La scorrettezza di un raccattapalle potrebbe indurre la FIFA a cambiare il regolamento del gioco del calcio, per impedire che scene come quella che si è verificata nella massima serie colombiana possano ripetersi, favorendo in maniera assurda la squadra supportata dal raccattapalle. Martedì scorso si è giocato il match del Torneo Clausura tra Atletico Huila ed Equidad, conclusosi con un pareggio per 1-1: padroni di casa in vantaggio nel primo tempo ed ospiti a riequilibrare la gara a una decina di minuti dalla fine, dopo che l'Huila era stato ridotto in dieci uomini a causa di un'espulsione.

La superiorità numerica ha ovviamente dato la spinta all'Equidad non solo per acciuffare il pari, ma anche poi per mettere in atto un forcing finale alla ricerca del gol della vittoria. A pochi secondi dalla fine del recupero si stava materializzando quella che sembrava un'occasione d'oro per gli ospiti, ma è stato a quel punto che un raccattapalle sistemato dietro la porta dell'Huila ha deciso di comportarsi in spregio a ogni legge dello sport, lanciando in campo un secondo pallone per evitare che l'azione proseguisse. Regolamento alla mano, è stato infatti inevitabile per l'arbitro fermare il gioco.

Il video della vicenda ha fatto il giro del mondo ed è finito anche sotto gli occhi della FIFA, che è pronta a studiare il caso e procedere ad una modifica della norma, che allo stadio attuale avvantaggia due volte la squadra ‘salvata' dal gesto del raccattapalle. Già, perché non solo con due palloni in campo il gioco viene fermato – con conseguente dissolversi della pericolosa occasione da gol per chi attacca – ma la ripresa avviene poi da parte del portiere della squadra difendente, che aveva commesso (per interposta persona) l'azione antisportiva.

Il dettato della norma chiaramente favorisce chi la viola. Il regolamento dice infatti che quando un corpo estraneo interrompe un'azione, il gioco deve essere ripreso con una rimessa da parte della squadra in possesso della palla. Tuttavia, se l'episodio avviene in area di rigore, il pallone deve essere consegnato al portiere. Forse il raccattapalle dell'Atletico Huila, che milita nella formazione Under 20 del club, neanche sapeva come sarebbe ripreso il gioco, fatto sta che ha solo pensato ad interrompere l'azione che poteva dare la vittoria all'Equidad all'ultimo respiro, lanciando la palla in campo nel momento esatto in cui Joan Castro ha avuto una chiara occasione da gol a centro area.

L'azione probabilmente sarebbe stata lo stesso inficiata per un fuorigioco, ma nulla cambia ai fini del ragionamento. Un gesto del genere non può risolversi – come avvenuto nel match colombiano – con la sola espulsione del raccattapalle "per il suo cattivo comportamento, contrario allo spirito del gioco e alla sportività" e con una sanzione economica per il club responsabile (l'Huila è stato multato per 6000 euro). È necessario regolamentare questo tipo di azioni antisportive affinché non si ripetano più su un campo di calcio.

Quanto al responsabile del gesto, tale Luis Amaya, ha dichiarato di aver agito "per amore". "L'ho fatto per amore della società – ha spiegato il ragazzo – Ho visto che avrebbero segnato un gol contro di noi, ho detto ‘non lo possono fare' e ho lanciato la palla. So che è un cattivo gesto, ma ho pensato che la squadra sarebbe sprofondata ulteriormente nella zona retrocessione. Non lo farò più. L'arbitro mi ha detto di uscire e io sono uscito. E sono uscito ridendo perché la gente gridava il mio cognome".

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