Il quadrato di centrocampo di Xavi, l’idea centrale del nuovo corso del Barcellona
Il Barcellona ha deciso di riannodare i fili con il suo passato chiamando Xavi Hernandez al timone e accompagnando alla porta Ronald Koeman. Il tecnico olandese, che pure ha vinto una Copa del Rey e ha fatto esordire tanti prospetti interessanti nei mesi scorsi, non era la prima scelta dei vertici della società e dopo una serie di risultati negativi il cambio in panchina è arrivato senza troppo clamore. Tutto era lì, già apparecchiato.
Ora è tutto nelle mani di Xavi, che in campo guidava i suoi compagni grazie alle sue giocate e alla sua velocità di pensiero mentre oggi lo fa dall’area tecnica. Il Barça e tutto il ‘barcelonismo' si attendono grandi cose dal tecnico di Terrassa. Il percorso non è semplice ma grazie al lavoro e qualche innesto importante nella sessione di gennaio si iniziano ad intravedere le idee del tecnico catalano.
Chi ha seguito Xavi nella sua esperienza in Qatar conosce già alcuni dei principi di gioco a lui cari e, prima di assumere i gradi di allenatore del Barcellona, in un’intervista a The Coache’s Voice l’ex centrocampista aveva già esposto alcuni modi in cui vorrebbe vedere esprimersi la sua squadra. Ora che il palcoscenico è diventato il Camp Nou tutti abbiamo la possibilità di vedere più da vicino questa nuova proposta, figlia di una storia che parte da lontano ma con dei concetti assolutamente originali.
Da qualche settimana, ormai, dalla Catalogna si è iniziato a diffondere la locuzione il “quadrato di Xavi”, a cui il tecnico fa spesso riferimento in conferenza stampa. Questa è l’idea centrale del nuovo centrocampo del Barcellona, che l’allenatore ha già utilizzato in Qatar e ha importato al club Culé trasformando un’idea di Johan Cruijff. Se l’olandese non rinunciava mai al vertice alto del suo rombo in mezzo al campo, ovvero l’uomo che permetteva sempre di avere uno scarico a chi aveva la palla oltre a dettare i tempi del pressing e alle capacità di inserimento, ecco che Xavi ha modificato il concetto cercando un quarto uomo per occupare la parte centrale del campo e avere sempre a disposizione un’altra opzione per sviluppare il gioco.
L’attuale allenatore del Barcellona preferisce avere due uomini per ogni livello del centrocampo, ovvero quello davanti alla difesa e quello a ridosso delle punte, lasciando le corsie aperte. Contro l'Atlético Madrid, ad esempio, è toccato a Dani Alves entrare spesso nel campo al fianco di Sergio Busquets, muovendosi come in alternativa in costruzione se il volante catalano era coperto. Oltre all’impostazione, questo significa avere un giocatore in più in grado di rubare palla più in alto in caso di perdita del possesso: quello che è accaduto con il gol di Jordi Alba ne è l’esempio lampante, con la palla persa da Adama Traorè che viene ripresa da Dani Alves e da lì nasce il pareggio del Barça contro i Colchoneros. A Valencia la stessa funzione l’ha svolta Sergiño Dest, che si andava ad affiancare a Busquets in fase di costruzione con de Jong e Gavi sulla linea di trequarti e Aubameyang punta centrale più Dembélé e Ferran Torres ad aprire il campo.
Un’altra variabile da tenere in considerazione è quella di avere una falsa ala come Gavi, che ama muoversi all’interno del campo e questo permette di creare superiorità sulla corsia laterale.
Se, come già detto, Cruijff cercava di non discostarsi mai dal suo rombo, Xavi vuole proporre sempre questo quadrilatero regolare nella zona centrale: l’allenatore del Barça punta ad avere tre uomini in copertura, i quattro in mezzo al campo a dettare ritmi e creare soluzioni più le due ali larghissime a supporto del terminale offensivo centrale. Dal suo arrivo Xavi ha utilizzato il 4-3-3, molte volte, e il 3-4-3, in alcune occasioni, ma l’idea di base è sempre quella di avere il possesso della palla e comandare il gioco dall’inizio alla fine.
Un esempio lampante di come si può tramandare un’idea calcistica aggiungendo sempre nuovi concetti in base alle esigenze e alle qualità che si hanno a disposizione. Il Barcellona vuole tenere i piedi ben piantati nella tradizione ma con lo sguardo rivolto al futuro: vedremo se Xavi riuscirà nel suo intento.