“Il Qatar ha corrotto l’Ecuador per truccare la gara dei Mondiali”: l’accusa è virale, ma non quadra
Ancora pochi giorni e ci siamo: domenica prossima alle ore 17 italiane inizieranno i Mondiali in Qatar, con la partita inaugurale tra i padroni di casa e l'Ecuador. In queste ore tutte le nazionali qualificate stanno raggiungendo il Paese mediorientale, mentre per le strade di Doha i tifosi delle varie squadre (o presunti tali, viste le accuse di essere figuranti pagati dagli organizzatori) sono da giorni impegnati in variopinti caroselli.
Dopo la lunga vigilia degli ultimi mesi caratterizzata dalle durissime accuse al Qatar circa la sistematica violazione dei diritti umani, l'imperativo dell'emirato arabo adesso è uno solo: tutto deve filare liscio nel prossimo mese, quando gli occhi del mondo saranno rivolti su questo angolo del pianeta. La festa gioiosa e il rigore dei costumi dovranno necessariamente andare d'accordo, per non creare incidenti che sporcherebbero quell'immagine che il Qatar sta cercando di ripulire grazie proprio allo sport.
Quanto alle possibilità che la nazionale di casa vada avanti, realisticamente non sembrano essere molte. La squadra del Ct Felix Sanchez è inserita nel Girone A, assieme ad Olanda, Senegal ed Ecuador. L'obiettivo è fare più punti possibile e non demeritare, a cominciare proprio dalla gara di esordio contro i sudamericani. Un match sul quale nelle ultime ore si è scatenato un complottismo che ha fatto il giro del mondo, generato da un tweet che è diventato virale.
"Esclusivo: il Qatar ha corrotto otto giocatori ecuadoriani con 7,4 milioni di dollari per perdere la partita inaugurale (1-0 nel 2° tempo). Lo hanno confermato cinque addetti ai lavori del Qatar e dell'Ecuador. Speriamo che sia falso. Speriamo che la condivisione di questo tweet possa influenzare il risultato. Il mondo dovrebbe opporsi alla corruzione della FIFA": questo il contenuto del messaggio postato nel pomeriggio di oggi da Amjad Taha.
Una denuncia alquanto fumosa, che tuttavia si è diffusa a macchia d'olio. L'autore del tweet, per confondere ulteriormente le acque, ha taggato il Daily Mail, ed infatti in molti hanno accreditato il quotidiano inglese come fonte della notizia bomba, quando in realtà Amjad Taha non ha nulla a che fare col tabloid. In realtà è un giornalista britannico-bahreinita che si occupa principalmente di questioni politiche nel mondo arabo e dunque le sue affermazioni vanno tarate tenendo conto della narrazione che fa dello scenario mediorientale.
Un suo collega ecuadoriano con cui è in rapporti stretti ha a sua volta rilanciato la denuncia di Taha, spiegando di averlo contattato in privato ("ma mi ha chiesto di non postare screenshot") e di averne ricevuto in risposta le stesse accuse poco circostanziate, con un particolare in più: ovvero che i cinque ‘insider' che hanno denunciato al giornalista arabo il pagamento degli otto calciatori ecuadoriani lo avrebbero fatto con la speranza che far uscire fuori la vicenda avrebbe indotto i presunti corrotti a giocare invece lealmente il match. Sembra decisamente poco per dare sostanza ad una denuncia così grave.