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Il PSG tramava contro Mbappé e Rabiot: creato un sistema diabolico per perseguitarli sui social

Un altro scandalo travolge il PSG. L’accusa è quella di aver studiato un piano per creare un esercito social che potesse criticare Mbappé e Rabiot in passato, alimentando il malcontento nei loro confronti.
A cura di Marco Beltrami
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Ancora una volta il Paris Saint-Germain finisce sulle prime pagine dei quotidiani in patria e non solo, per una storia che non ha nulla a che fare con i risultati della squadra di Galtier. Ennesima turbolenza di questa fase iniziale della stagione per i Bleus: dopo quelle legate ai dissapori tra Neymar e Mbappé, alla volontà di quest'ultimo di lasciare già a gennaio con l'annesso mal di pancia per il ruolo affidatogli dal tecnico, ecco un nuovo caso spinoso. Questa volta a finire nell'occhio del ciclone sono i vertici della società della Tour Eiffel.

Tutto parte dalle scottanti rivelazioni di Mediapart a circa 24 ore dalle indiscrezioni sulla rottura tra Mbappé e il club. Secondo la rivista online indipendente di investigazione e opinione francese, il Paris Saint-Germain avrebbe assunto in passato un'agenzia di comunicazione con l'obiettivo di realizzare campagne di destabilizzazione sui social network. I fatti risalgono alla stagione 2018/2019 e richiamano alla memoria quanto fatto dall'ex patron del Barcellona Bartomeu che, per mettere in cattiva luce alcuni componenti del club, si era affidato ad una società specializzata anche nella gestione social e capace di sfruttare per il proprio obiettivo tantissimi account falsi.

Lo stesso avrebbe fatto il PSG sfruttando così un vero e proprio esercito di account falsi, che sarebbero però stati utilizzati da utenti in carne ed ossa. L'agenzia Digital Big Brother (DBB) assunta dal PSG avrebbe dunque sfruttato centinaia di profili, mirati a dare credibilità e sostegno social ad account come Paname Squad, Lana PSG o Ultra Attitude che così hanno gonfiato il proprio numero di follower e di conseguenza il pubblico. Secondo Mediapart attraverso questi profili sono state lanciate campagne contro diversi giocatori e dirigenti.

Nel mirino ad esempio l'attuale centrocampista della Juventus Rabiot che all'epoca dei fatti non aveva intenzione di rinnovare il suo contratto, pronto a lasciare a zero. Il club di Al Khelaifi ha cercato così di metterlo in cattiva luce. Stesso discorso per l'uomo mercato Antero Henrique, accusato di aver fallito la campagna acquisti, e soprattutto per Kylian Mbappé, anche lui finito nel mirino della dirigenza.

L'attaccante nel maggio 2019 fece discutere con un'uscita in cui apriva ad un futuro lontano dalla Francia: "Sento che forse è ora di avere più responsabilità. Spero che possa essere al PSG, sarebbe con grande piacere. O forse sarà da qualche altra parte". A quel punto ecco la vendetta del club attraverso i suoi social "pilotati". Proprio su Paname Squad (profilo da 10mila follower) furono condivisi una serie di tweet molto critici sul comportamento dell'attaccante, invitato a rispettare maggiormente piazza e tifosi, "lavorare in silenzio" e limitare le sue "dichiarazioni".

Il PSG attraverso una fonte molto vicina al club ha smentito a RMC Sport, le affermazioni di Mediapart: "Il club non ha mai incaricato un'agenzia per danneggiare una persona o un'istituzione. Abbiamo passato l'ultimo anno a cercare di far rinnovare Mbappé con il più grande contratto dello sport mondiale e coinvolgendo il presidente Macron, e lei pensa che allo stesso tempo lo stessimo trollando?". Ma l'agenzia Digital Big Brother, registrata a Barcellona ha assicurato al tabloid di aver operato per conto della società transalpina, e di essere agli ordini di Jean-Martial Ribes che all'epoca era il direttore del dipartimento di comunicazione del club.

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