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Juve, Napoli e altri 9 club a processo sportivo per le plusvalenze: prima udienza il 12 aprile

Dal 12 aprile inizia il processo sportivo per l’inchiesta sulle plusvalenze. Oltre a Juventus e Napoli sono 9 i club coinvolti. I reati contestati sono i valori dei giocatori non corrispondenti e messi a bilancio.
A cura di Alessio Pediglieri
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Fra pochi giorni ci sarà la prima udienza relativa al processo sportivo sulle plusvalenze, più precisamente il prossimo 12 aprile. La data è stata confermata oggi, attraverso una anticipazione arrivata all'Ansa che evidenzia la volontà di abbreviare al massimo i tempi, usufruendo dell'introduzione del nuovo codice di giustizia sportiva, in vigore dallo scorso 2019 e richiesto espressamente dall'attuale numero uno in FIGC, Gabriele Gravina. Coinvolti ben 11 club, deferiti dopo l'inchiesta ‘Prisma' che ha aperto intanto anche altri filoni di indagine.

La data del processo è vicinissima al deferimento della procura FIGC verso le società che verranno ascoltate con la prima udienza che inizierà il 12 e potrà proseguire anche in videoconferenza nelle giornate del 14 e del 15 aprile. Le accuse sono molteplici ed articolare secondo i Pm che contestano ai club plusvalenze e diritti alle prestazioni dei giocatori, con quote eccedenti ai valori poi inseriti nei bilanci societari. Oltre a Juventus e Napoli sono coinvolte Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Chievo Verona, Novara, Delfino Pescara 1936.

L'impianto d'accusa nei confronti dei club è ben noto: sotto la lente di ingrandimento sono finiti i bilanci in cui sono stati riportati valori di mercato nei confronti di diversi giocatori non corrispondenti alla quotazione reale. Il tutto ha portato le società a contabilizzare le cosiddette plusvalenze e i diritti alle prestazioni dei giocatori per valori eccedenti, incidendo di fatto sui bilanci che hanno permesso il rilascio della licenza nazionale. Non c'è stata alcuna comunicazione da parte della procura quale di questi 11 club deferiti rischino più di altri, ma di certo i reati contestati e le eventuali pene potrebbero portare al classico terremoto. Le società di A dovrebbero comunque essere relativamente al sicuro, rischiando al massimo una ammenda. Soltanto i dirigenti potrebbero subire una squalifica.

Al momento del deferimento federale, la FIGC si è riferita al comma 2 dell'articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva, relativo alle società che, "mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi ovvero mediante qualsiasi altra attività illecita o elusiva", tentano di ottenere od ottengano le iscrizioni a una competizione cui non avrebbero potuto essere ammesse. Ciò comporta una serie di ripercussioni sportive anche gravissime: si passa dalla penalizzazione, alla retrocessione, fino all'esclusione dalle competizione e l'eventuale revoca dei titoli conquistati.

Nel merito, in occasione di un evento a Firenze, è intervenuta anche Valentina Vezzali, sottosegretaria allo Sport che ha risposto ad alcune domande sull'argomento, molto particolare per il calcio italiano: "Si troverà la soluzione più opportuna che consentirà di andare avanti e di permettere che da settembre i campionati possano svolgersi con regolarità. Questo è l'intento di tutti, Federazione e Lega".

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