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Caso scommesse nel calcio

Il problema dei pagamenti nelle scommesse illegali dei calciatori: orologi di lusso e disperazione

Ecco come funziona il sistema delle scommesse illegali dei calciatori: anonimato, ‘agenti’ sul territorio e disperazione. L’ultima carta per pagare i pesantissimi debiti è quello che si ha addosso.
A cura di Paolo Fiorenza
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I personaggi famosi che sono dediti alle scommesse – chiaramente parliamo di importi molto grossi – devono fronteggiare una serie di problemi, che diventano enormi quando si tratta di calciatori: in primis l'esigenza di anonimato, per non incappare nelle sanzioni previste dal Codice di Giustizia Sportiva (articolo 24) quando piazzano giocate sul loro sport, ovvero il calcio. Da questa necessità primaria discende tutta un'altra serie di conseguenze, che scaraventano la vita di chi ci casca in una discesa negli abissi senza ritorno.

I vari Fagioli, Tonali e Zaniolo – e tutti quelli nelle loro condizioni, altri nomi stanno per uscire dall'inchiesta della Procura di Torino – non avevano altra scelta per assecondare la propria ludopatia (già ammessa dai primi due) che rivolgersi ai canali delle scommesse illegali, gli unici che potevano garantire di non essere tracciati e allo stesso tempo permettevano di mettere in gioco cifre inimmaginabili per i bookmakers provvisti di regolare licenza dei Monopoli di Stato.

Una volta stabilito un canale con queste realtà illecite – sempre contigue alla criminalità, come è contenuto nelle carte dell'inchiesta torinese – si tratta di superare l'ultima questione: come pagare le scommesse, visto che parliamo di decine se non centinaia di migliaia di euro a colpo (Fagioli avrebbe da solo un'esposizione debitoria di oltre un milione di euro) e i conti vengono regolati non quando si piazza la giocata ma dopo l'esito degli eventi, spesso a un dato giorno della settimana o del mese.

Nicolò Fagioli è stato il primo calciatore ad essere indagato per scommesse illegali
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La prima strada ovvia è il pagamento cash, ma chiaramente non sempre è possibile avere in mano quelle somme non destando sospetti presso i propri istituti bancari o le persone vicine a sé, senza contare il fatto che qualcuno potrebbe proprio non disporre del denaro perso. Dalle chat contenute nel telefono di Nicolò Fagioli emerge la disperazione del calciatore della Juventus e le spinte ulteriori a precipitare nel suo personale inferno che gli dava chi gli faceva da banco, al punto che gli inquirenti stanno verificando se ci siano gli estremi anche per i reati di usura o estorsione da parte degli allibratori clandestini.

Quando non è possibile saldare i debiti di gioco col denaro consegnato di persona, c'è un altro modo di regolarli, come spiega ad Agipronews una fonte che vuole rimanere anonima: "Non c'è problema, la garanzia è negli orologi da capogiro o in qualche gioiello di valore". Del resto dare gioco illimitato ad un calciatore appare un business sicuro: nessuno metterebbe mai in dubbio la loro solvibilità o comunque la capacità di recuperare in qualche modo i soldi dovuti.

Sandro Tonali ha ammesso anche lui la ludopatia: sarà squalificato come Fagioli
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Tutto avviene per telefono, via chat e app, a parte il primo incontro dal vivo che mette in contatto scommettitore e ‘agente' sul territorio del bookmaker illegale e poi gli incontri periodici per saldare i conti. Le frasi in codice usate a volte sono davvero ingenue, si parla di "patate, pizze, gomme", e si va avanti così, con giocate accettate a credito, garanzie di pagamento legate allo status di danarosi VIP degli scommettitori (e alla paura che incutono certi ambienti criminali, anche stranieri) e il "dare/avere" al momento di regolare il saldo di persona, con denaro o oggetti di valore.

Tra la disperazione di chi – tragedia delle tragedie – "vuole rifarsi" e coloro che lo tengono al cappio e fingono di volerlo agevolare concedendogli ulteriore credito. Il finale è sempre lo stesso, drammatico per i giocatori: perché con le scommesse nel lungo periodo non si può mai vincere.

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