Il primo gol a Napoli è il manifesto della nuova Fiorentina: dove nasce la rivoluzione di Italiano
La Fiorentina è tornata a competere per posizioni di classifica più nobili rispetto agli ultimi anni e il merito di questi risultati bisogna ritrovarlo in un nome e un cognome ben precisi: Vincenzo Italiano. Il tecnico nato a Karlsruhe è il vero volto nuovo tra gli uomini in panchina e dopo la salvezza raggiunta con lo Spezia lo scorso anno adesso ha un altro obiettivo: riportare la Viola in Europa. L'allenatore siciliano è arrivato dopo il divorzio tra il club toscano e Rino Gattuso ma il suo lavoro è stato evidente fin dalle prime uscite del club di Rocco Commisso.
Un lavoro davvero importante, che viene riconosciuto attraverso i risultati ma soprattutto dall'identità che la squadra dimostra di avere contro ogni tipo di avversario: la Fiorentina non si snatura mai e a prescindere dall'avversario, con le giuste contromisure, tenta sempre di imporre le sue idee e di attuare i principi di gioco su cui Italiano si batte durante la settimana dall'inizio della stagione.
Senza dimenticare che ha perso il suo terminale offensivo nel mercato di gennaio, la Viola non ha cambiato modo di interpretare il calcio rispetto ai mesi precedenti e ha cercato di inserire i nuovi elementi nel disegno tattico del suo timoniere. Un esempio lampante può essere quello di Napoli, dove la Fiorentina è andata ad affrontare una delle pretendenti per lo Scudetto disputando una delle partite migliori della stagione e portando via 3 punti da uno stadio difficilissimo.
Lo stesso Italiano nel post-partita ai microfoni di DAZN ha confermato tutte le sensazioni che si percepivano da fuori: "Dopo il pareggio era inutile chiudersi in difesa, dare spazio al Napoli significava soffrire. Ho provato a mettere qualità in avanti e la scelta è stata azzeccata. Per l’Europa League ci siamo anche noi: siamo rimasti in questa zona di classifica tutto l’anno, quindi ne abbiamo la qualità".
Il manifesto calcistico del nuovo corso della Fiorentina potrebbe essere tranquillamente il primo gol segnato al Maradona: una costruzione interessante sia per come si muove il pallone che per il modo in cui la Viola riesce ad uscire dal pressing del Napoli.
Dopo Terracciano, Milenkovic e Igor in area, il pallone arriva a Cabral che si appoggia su Castrovilli: il numero 10 torna da Venuti e poi la palla, dopo Milenkovic, torna a Terraciano. Il portiere trova Duncan sulla trequarti, che elude il tentativo di Rrahmani, e riesce a servire a centrocampo Cabral. Il numero 9 conduce per diversi metri prima di servire Saponara alla sua sinistra e lanciarsi verso l'area.
Il centrocampista viola attende la sovrapposizione di Biraghi e lo serve sulla corsa: il capitano arriva sul fondo e trova un cross non preciso ma che viene raccolto da Duncan sulla zona destra dell'area. Il centrocampista scuola Inter rimette il pallone in mezzo e trova la sponda di Cabral per Nico Gonzalez, che stoppa da solo in mezzo all'area e fa gol.
Sono 17 passaggi prima che il pallone finisca nella porta avversaria e tutti i calciatori della Viola, ieri in maglia bianca, toccano il pallone almeno una volta compreso il portiere Terracciano. La cosa bella è che in area avversaria, al momento del cross di Biraghi, c'erano più calciatori della Fiorentina che del Napoli: sei contro cinque contando l'uomo che ha messo in mezzo il pallone, in egual numero se si esclude il capitano pochi istanti dopo.
Italiano aveva mostrato le sue idee prima a Trapani e poi a La Spezia, impostando sempre le squadre con 4-3-3 pronto a variare nelle fasi di gioco, intensità e pressione alta con l'idea di avere una squadra di "tutti registi". La verticalità non è un'ossessione ma è centrale nel discorso del tecnico, che vuole la ricerca degli spazi e delle zone deboli degli avversari a massima velocità.
La Fiorentina ha deciso di cambiare pagina dopo le ultime annate terribili e prendendo Vincenzo Italiano in panchina ha voluto dare un indirizzo preciso al tipo di impostazione per il presente e il prossimo futuro. I Litfiba nel 1993 cantavano ‘Firenze sogna' e ora davvero i tifosi credono alla possibilità di ritrovare l'Europa dopo cinque anni di assenza.