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Il Napoli vince la Coppa Italia 2020

Il “primato” di Cristiano Ronaldo alla Juventus: ha perso 2 finali consecutive

L’uomo dei record e dei cinque Palloni d’Oro è il volto della delusione e della sconfitta della Juventus nella finale di Coppa Italia. Dopo la Lazio in Supercoppa anche gli azzurri regalano un dispiacere a Cristiano Ronaldo. All’Olimpico ha perso il secondo trofeo consecutivo, dura da digerire per un campione che ha vinto ben 12 finali consecutive in carriera.
A cura di Maurizio De Santis
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Ha perso la Supercoppa contro la Lazio. Ha perso la finale di Coppa Italia contro il Napoli. Ha sbagliato un rigore contro il Milan e all'Olimpico nemmeno ha avuto il tempo di batterlo a causa degli errori dei compagni di squadra (e della perfezione degli azzurri dal dischetto). La faccia delusa e stralunata di Cristiano Ronaldo accomodato in panchina, dietro le quinte, infastidito dall'obiettivo che non vuole tutto per sé quando perde, è la fotografia della Juventus che ha in rosa uno dei più forti calciatori al mondo ma non riesce a incidere.

Colpa della pandemia e dei 3 mesi di stop? Forse. Anche. Ma questo è un concetto che vale anche per gli avversari e nella serata di Roma, pur con qualche sbavatura iniziale, i partenopei sono apparsi più in palla, reattivi, migliori alla distanza, pericolosi quanto basta per sfiorare la vittoria senza ricorrere ai tiri dal dischetto. Palo di Insigne. Palo di Elmas. Un paio di interventi miracolosi di quel ‘giovanotto' di Buffon. Mischie in area e fiato corto.

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CR7 annaspa tra i flutti di Gattuso (il 4-1-4-1 è una trincea di furore ed equilibrio) e fa fatica a restare a galla. È al centro della scena ma non protagonista. È il più atteso, come sempre, ma non spicca né per brillantezza, né per efficacia né per la magia del campione che con un tocco sbroglia la matassa più intricata. In una parola, irresoluto.

‘L'uomo dei record' stabilisce un primato di cui non può andare orgoglioso. Era pronto a sollevare verso il cielo il 31° trofeo della carriera (la Coppa Italia sarebbe stata anche la prima in assoluto, aggiungendosi a una bacheca già molto variegata), gli è rimata tra le mani la medaglia che nemmeno ha messo al collo. Per uno come lui è un oggetto inutile, da lasciare chiuso in qualche cassetto tra le cianfrusaglie. All'Olimpico esce per la seconda volta consecutiva a capo chino (gli era toccato anche contro la Lazio in Supercoppa) dopo aver vinto ben 12 finali di fila. Ma le ultime due perse gli pesano. E come.

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