Il presidente dell’Inter Steven Zhang assediato dai creditori: ha perso una causa da 250 milioni
Il presidente dell'Inter, Steven Zhang sarebbe finito in una serie di guai finanziari in patria con i creditori che hanno rivendicato, appoggiati dalla sentenza di un tribunale cinese, somme pari a circa 250 milioni di euro. A tanto ammonterebbe il debito cumulato dopo che era stato citato in giudizio lo scorso agosto. A riportare l'indiscrezione finanziaria è stata la testata asiatica "Hong Kong South China Morning Post" che avrebbe anche inserito nella ricostruzione, dovizia di particolari che inchioderebbero il numero uno nerazzurro.
La premessa è che, ovviamente, al momento l'Inter non centra assolutamente nulla con la problematica emersa nelle ultime ore ma è altrettanto pertinente pensare che eventuali nuovi dissesti finanziari all'interno del patrimonio della famiglia Zhang e di Suning potrebbero ripercuotersi ad onda lunga anche sulla realtà nerazzurra. Perché, fosse tutto confermato, si tratterebbe di un debito importante, davanti al quale Steven Zhang in persona dovrebbe risponderne.
Nel 2020, Steven Zhang in una operazione con la China Construction Bank, garantì personalmente il prestito di 255 milioni di dollari (circa 250 milioni di euro), a favore di una società da lui interamente controllata, la Great Matrix Ltd. Secondo la sentenza del tribunale presieduto dal giudice dell'Alta Corte, Anthony Chan, ad oggi quell'obbligazione risulta inadempiente, con Zhang che ha preso le distanze da quegli impegni finanziari adducendo falsità nei suoi confronti.
In particolare, Steven Zhang avrebbe sottoposto al giudice che le firme apposte in calce ai documenti non fossero corrispondenti alle sue, dunque, contraffatte, e di non essere assolutamente a conoscenza di quanto contestatogli riguardo al rifinanziamento. Tutte motivazioni che il giudice ha debitamente respinto. Nello specifico, a seguito di una perizia calligrafica si è evinto che ben 5 delle sei firme risultano essere di Steven Zhang, con l'aggiunta in formato elettronico della sesta. Tanto è bastato per dar vita allo tsunami finanziario.
"Considerato in tale ottica, il tentativo di Zhang di prendere le distanze con il rifinanziamento ha scarso merito" si legge nella sentenza del giudice Chan, che ha escluso come altri membri in seno all'accordo abbiano potuto compiere falsificazioni in atti pubblici, affermando senza ombra di dubbio come "Zhang abbia partecipato al finanziamento originario del progetto, e per il quale aveva dato le sue garanzie personali". Oltre al gruppo creditore in oggetto, si sarebbero nel frattempo fatti avanti altri pretendenti alla restituzione di importanti somme di denaro, che coinvolgerebbero la Bank of Shanghai e la Guangdong Huaxing Bank.