Il presidente del Coni Malagò intercettato: “Questi sono delinquenti veri, Lotito il capo”
Non c'è niente di rilevante dal punto di vista giuridico nelle parole pronunciate al telefono dal presidente del Coni Giovanni Malagò e intercettate e trascritte dalla Guardia di Finanza, ma sicuramente l'imbarazzo è tanto perché da quelle parole traspare quale sia la reale opinione del numero uno dello sport italiano rispetto ai presidenti del calcio, con particolare ‘apprezzamento' per due di loro, Enrico Preziosi e Claudio Lotito.
Le intercettazioni, riportate dal quotidiano Repubblica, sono contenute negli atti dell'inchiesta sulla presunta tangente pagata per l'assegnazione dei diritti televisivi relativi all'asta per il triennio 2018-2021, condotta quando Malagò era commissario straordinario della Lega di Serie A e poi proseguita dopo l’elezione di Miccichè. Una nomina quest'ultima che secondo l'accusa "sarebbe stata funzionale a intervenire sulla procedura di aggiudicazione dei diritti televisivi del calcio 2018-2021 orientandola a favore di Sky".
I reati contestati erano a vario titolo quelli di falso, ricettazione, rivelazione di segreto professionale e corruzione, ma all'inizio di quest'anno la Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione del procedimento, richiesta che è stata accolta dal Gip. Se dunque l'inchiesta si è risolta con un nulla di fatto, quello che resta sono i giudizi pesantissimi espressi privatamente da Malagò.
"Questi sono delinquenti veri", dice al telefono nel giugno 2020 il capo dello sport azzurro, intercettato mentre parla con Andrea Zappia, all'epoca manager di Sky. Il riferimento è ai presidenti di Serie A: "Se non fosse un'organizzazione di diritto privato li arrestavano tutti, perché li avevano trovati colpevoli di corruzione sei anni fa. E invece con i soldi ci fanno il cazzo che vogliono: se li vogliono regalare tra di loro, portarli in Svizzera…". La vicenda cui allude Malagò è la precedente asta dei diritti televisivi, quella relativa al triennio 2014-2017, che aveva generato una prima inchiesta della Procura che non aveva portato ad alcuna condanna perché era stato stabilito che la Lega non fosse un ente pubblico, mentre la riforma del reato di corruzione tra privati sarebbe arrivata solo nel 2017.
I giudizi più pesanti di Malagò sono riservati a due soggetti. Preziosi, ex presidente del Genoa, è definito "un vero pregiudicato", mentre il presidente della Lazio Claudio Lotito è ritenuto il capo. "E i nostri amici, Juventus e Roma, sono colpevoli quanto lui. Perché alla fine o per un motivo o per un altro, hanno rinunciato a lottare o lo hanno assecondato e sono diventato complici delle sue avventure…", è la conclusione del ragionamento.