Il potere imbarazzante di Piqué nel calcio spagnolo: gli audio Whatsapp della vergogna
Audio rubati dopo un attacco informatico. Messaggi privati su WhatsApp. Intercettazioni. Documenti che dovevano restare segreti. È finito tutto in piazza con la pubblicazione dei dialoghi e delle comunicazioni sul giornale El Confidencial scatenando una tempesta mediatica, di polemiche e sospetti per il ruolo dei personaggi coinvolti. Lo scandalo della Supercoppa di Spagna rischia di travolgere il presidente della Federcalcio iberica, Luis Rubiales, e il calciatore del Barcellona, Gerard Piqué, per la mediazione che quest'ultimo – attraverso la società Kosmos che presiede – avrebbe effettuato con la Rfef per il trasloco del trofeo iberico in Arabia Saudita.
Secondo le informazioni emerse, nel contratto stipulato con le autorità saudite era stata inserita una clausola a beneficio della Kosmos: avrebbe incassato una commissione di 4 milioni di euri per ogni torneo disputato nel Paese arabo in un arco temporale di 6 anni (totale 24 milioni). Per la Rfef, invece, il saldo sarebbe stato di 40 milioni per ogni edizione del trofeo svolto in Medio Oriente
Violazione del Codice Etico, conflitto d'interessi, l'anticorruzione che vuole vederci chiaro e il Real Madrid – il cui nome viene tirato in ballo in un dialogo tra Piqué e Rubiales – che minaccia querele scandiscono le accuse e tengono in fibrillazione l'intero movimento. I diretti interessati parlano di trattative limpide e assolutamente regolari, definendo calunnie le voci delle ultime settimane e denunciando il tentativo estremo di ribaltare gli equilibri in federazione. "Metteranno anche cocaina nella mia auto per incastrarmi", ha ammesso in conferenza Rubiales. Mentre Piqué ha replicato su Twitch sostenendo che "l’unica cosa illegale è stata la pubblicazione di audio privati" e, pure senza fare nomi, alimentando che questa vicenda sia solo un complotto ("non c’è bisogno di essere molto furbi per capire chi c’è dietro").
Sul tavolo, però, resta il contenuto di alcune intercettazioni nelle quali sono tirati in ballo perfino Messi, il cui nome sarebbe stato sfruttato per agevolare la transazione ("abbiamo anche Leo dietro di noi"), e il Real Madrid che andava convinto alzando il premio economico per la partecipazione all'estero. In un audio che risalirebbe a tre anni fa (2019) Rubiales e Piqué discutevano della possibile ripartizione delle somme: il difensore catalano sosteneva che ai blancos e ai blaugrana sarebbe stati attribuiti 8 milioni a testa, mentre alle altre due squadre sarebbero stati garantiti due e un milione. "Sono 19… e tu tieni per la Federazione sei ‘chili', amico. Gli diciamo che sennò, il Madrid non andrà". Concetti, questi ultimi, espressi in replica a una considerazione: ovvero che il Real non avrebbe giocato la Supercoppa fuori dalla Spagna per meno di "quella cifra" (gli 8 milioni citati nell'intercettazione).
La prima edizione del torneo nel Paese arabo era stata disputata nel gennaio 2020 con il nuovo format e vi parteciparono Barcellona, Real Madrid, Atletico Madrid e Valencia. Poiché già allora si discuteva del ruolo, dell'opportunità e della liceità della partecipazione della società Kosmos nelle trattative, il presidente della Rfef ne confermò l'operato ma escluse che da parte della federazione vi fosse qualsiasi pagamento diretto all'azienda fondata da Piqué. Un dettaglio fondamentale per evitare sia una violazione del codice etico adottato all’unanimità dalla federazione nel dicembre 2019 sia accuse di conflitto d'interessi in riferimento alla posizione del calciatore/imprenditore.
Un brutto colpo alla trasparenza istituzionale e all'immagine del difensore blaugrana che da tempo ha iniziato a diversificare i propri interessi e investire denaro in altre attività parallele al mondo del calcio. Oltre alla Kosmos, azienda che si occupa (anche) dell'organizzazione di grandi eventi sportivi, l'ex centrale della Roja è massimo dirigente dell'Andorra, un club che milita nella terza serie spagnola. Anche il nome della squadra – come pubblicato sempre da El Confidencial – viene citato a corredo dell'influenza e di una complicità imbarazzanti per il ‘potere' che il giocatore eserciterebbe nel calcio spagnolo.
C'è ancora dell'altro che contribuisce a intorbidire le acque e risale sempre a quel periodo in cui tra le parti i contatti erano serrati. I protagonisti sono sempre gli stessi (Rubiales e Piqué) ma la questione è duplice: l'una fa riferimento al ripescaggio dell'Andorra, l'altra a presunte pressioni da parte del calciatore per rientrare in nazionale in occasione delle Olimpiadi Tokyo 2020.
- Nel campionato di Segunda Division B c'è un posto vacante per la retrocessione del CF Reus per inadempienze economiche. A prenderne in posto sarà l'Andorra, di proprietà di Piqué tramite la sua società Kosmos, la stessa che aveva ottenuto la commissione milionaria dai sauditi. Un ripescaggio che apparve strano sia perché non vennero prese in considerazione altri club sia per il doppio salto che fece la squadra sotto l'egida di Piqué.
- El Confidencial ha rivelato anche che Piqué aveva caldeggiato il suo inserimento nella lista della nazionale spagnola per Tokyo 2020. Un ritorno clamoroso dopo aver abbandonato le Furie Rosse al termine dei Mondiali di Russia 2018.