Il Portogallo ai quarti su rigore, Djogo Costa ne para tre alla Slovenia. Ma CR7 è inconsolabile
Il Portogallo affronterà la Francia nei quarti di finale di Euro 2024. Ci sono voluti anche i tempi supplementari e i calci di rigore (è finita 3-0) per decretare la nazionale qualificata dopo 90 minuti di predominio tattico dei lusitani, che hanno sì fatto la partita ma non sono mai riusciti a trovare la giocata decisiva. Ci ha pensato Djogo Costa a scacciare i fantasmi parando 3 penalty e mettendo in cassaforte il passaggio del turno. Segna anche CR7 ma è inconsolabile per quanto accaduto poco prima. Quando l'occasione è capitata sui suoi piedi dall'altra parte c'era un estremo difensore del calibro di Oblak che ha spento ogni velleità. Ed è stato eccezionale quando è rimasto freddo, impassibile sul rigore parato a CR7 al 104° minuto: legge il tiro, si tuffa sulla sinistra, devia la palla quel tanto che Sesko micidiale in contropiede, Bijol perfetto (o quasi) in difesa hanno rinsaldato il bunker che ha chiuso tutti i varchi ai portoghesi.
Equilibrio è la parola che descrive alla perfezione cosa è stato l'incontro tra lusitani e sloveni, tenuti in piedi da un portiere (Oblak) che è un muro e ha riflessi felini (stronca anche l'esuberanza di Cristiano Ronaldo) e da una difesa in cui il centrale dell'Udinese, Jaka Bijol, giganteggia perché la baracca regga. A fare il match, con CR7 che prova a lasciare il segno (ma si prende la scena per il siparietto con l'arbitro italiano, Orsato), è il Portogallo che a un certo punto del match – nella ripresa in particolare – si ritrova con ben cinque calciatori sulla linea d'attacco ma non basta per sfondare il fortino avversario.
Anzi, rischia grosso per un ripartenza veloce di Sesko: fa tutto bene, controlla la sfera e corre, vince il duello con Pepe (che non riesce a fermarlo nemmeno con le cattive maniere), lascia dietro di sé i difensori a mangiare la polvere poi al momento della conclusione strozza troppo la traiettoria del tiro e spreca.
Una statistica poco incoraggiante. È quella che accompagna il Portogallo tra primo e secondo tempo: non è mai stato in vantaggio nella fase a eliminazione diretta degli Europei dalla semifinale del 2004 contro l'Olanda. E quando Palinha sbatte contro il legno sembra davvero una maledizione.
Compatti e micidiali in contropiede. Adani in telecronaca lo chiama muro sloveno, un'espressione che rende bene l'idea della solidità e della fisicità della Slovenia che è ben messa in campo, non mostra sbavature, ha un portiere che da solo fa reparto e dà sicurezza assoluta, e quando si fionda negli spazi fa paura. E fa male. È successo anche con il contropiede micidiale orchestrato da Stojanovic che prende di infilata la difesa del Portogallo, piazza palla all'indietro per un compagno ma Nuno Mendes salva tutto mandando in calcio d'angolo cn un intervento provvidenziale.
Ronaldo stoppato da un grande Oblak. È sempre il Portogallo a cercare il gol della vittoria con maggiore convinzione: Cancelo spinge come un forsennato. Tutti cercano Ronaldo perché regali il guizzo: ben servito in profondità, calcia in diagonale, ma una parata eccezionale di Oblak gli fa mordere la lingua. Succederà anche nei supplementari per quel rigore fallito poi ci penserà Djogo Costa a metterci la mano santa regalando al Portogallo vittoria e qualificazione.