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Il portiere dell’Ecuador massacrato per il cambio di maglia con Messi: il motivo è assurdo

La polemica è montata perché buona parte dei media ha soffiato sul fuoco dell’equivoco e del sospetto dopo la sconfitta dell’Ecuador nella gara giocata contro l’Argentina. “Hai preso gol apposta”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il portiere dell'Ecuador scambia la maglia con Messi, tra di loro c'è una vecchia conoscenza.
Il portiere dell'Ecuador scambia la maglia con Messi, tra di loro c'è una vecchia conoscenza.

Massacrato dalle critiche per aver scambiato la maglia con Lionel Messi. La frase che più ha fatto male al portiere dell'Ecuador, Hernán Galíndez, è stata una in particolare: quella che ne ha messo in dubbio la professionalità, la lealtà alla maglia del Paese tirando in ballo le sue origini argentine. "Mi hanno detto che mi sono fatto fare gol apposta…", inizia così lo sfogo dell'estremo difensore della Tri. Arriva dopo la vittoria per 2-1 contro l'Uruguay: il calciatore prende la parola e racconta la propria amarezza senza peli sula lingua. Sente che deve farlo, è questione personale prima ancora che sportiva.

Chi lo he messo nel mirino? La polemica è montata perché buona parte dei media ha soffiato sul fuoco dell'equivoco e del sospetto: se ha dato la sua casacca è perché non ama fino in fondo l'Ecuador e poi la rete segnata da Messi era arrivata – a loro dire – su un fallo generoso fischiato all'Albiceleste. Da dove nasce questa diffidenza? In buona sostanza, c'è chi non gli ha mai perdonato il ‘peccato originale' di essere nato in Argentina e aver iniziato lì la sua carriera calcistica.

La sua carriera e il suo percorso sono cambiati quando, dopo il trasferimento all'Universidad Católica di Quito è riuscito a diventare cittadino ecuadoriano. Nel 2021 è stato convocato in nazionale e finora ha disputato 18 partite, comprese quelle ai Mondiali di Qatar 2022. Ma quel pregiudizio torna periodicamente e questa volta va a infrangersi contro la spiegazione dell'estremo difensore. Se ha chiesto e ottenuto dal ‘dieci' campione del mondo la casacca è anche per un'altra ragione.

"Ci sono stati giornalisti che mi hanno rinfacciato di non essere attaccato alla maglia e per questo l'avrei scambiata con Messi dopo una sconfitta. Sapevo che avrei ricevuto critiche ma non mi importava perché l'avevo fatto per la gioia di mio figlio di sei anni. Mi ha fatto male sentire che non amo questo Paese, che mi sono fatto fare gol… Vivo in Ecuador da 12 anni e penso di aver dimostrato molto rispetto e affetto. Ma mi rinfacciano sempre che non sono nato qui".

Galíndez aggiunge ancora un'altra riflessione. Dopo il passaggio all'Universidad del Cile ha fatto rientro in Ecuador tra le fila della Sociedad Deportiva Aucas, altro club di Quito. "L’anno scorso ho rinunciato a molti soldi per tornare in Ecuador e partecipare alla Coppa del Mondo. Se mi criticano perché non ho parato bene non m'importa… ma quando tirano in mezzo la mia nazionalità e alimentano sospetto non mi piace. Ho lottato molto per essere ecuadoriano, non dimenticherò mai il giorno in cui ci sono riuscito".

Tra Galíndez e Messi ci sono una conoscenza di vecchia data e un episodio che li ha visti protagonisti: risale a quando, ancora giovanissimi indossavano le maglia di Estrella Juniors e Newell's, si affrontarono in una finale. Vinse proprio l'Estrella in cui giocava il portiere. "Messi è quello che mi ha segnato per la prima volta. Eravamo vicini di casa a Rosario e abbiamo la stessa età".

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