Il pianto a dirotto di Lepore dopo la promozione del Lecco in B: la dedica è dolorosa

Franco Lepore ha un groppo in gola, la voce s'interrompe di colpo e inizia a singhiozzare. Piange e non riesce più a parlare. In calce alla promozione del Lecco in Serie B (l'ultima volta tra i ‘cadetti' risaliva a 50 anni fa) c'è la sua firma: suo il rigore decisivo realizzato nel ritorno della semifinali a Cesena, sua la punizione chirurgica che ha ammutolito lo Zaccheria all'andata, sua la doppietta con la quale ha schiantato i pugliesi e regalato alla sua squadra un sogno.
"Avevamo dentro un po' di rabbia perché all'inizio non ci credeva nessuno, ci davano tutti per morti. Invece abbiamo dimostrato, uniti come una famiglia che siamo un gruppo vero… uomini veri – le parole dette al giornalista di Di Marzio -. Ci abbiamo creduto e siamo stati straordinari".

Il pianto sgorga spontaneo, è impossibile trattenerlo. Nasce da dentro, gli sale dal profondo del cuore. Lepore ha un sussulto, prova a ricomporsi ma quella è (anche) l'opportunità per lasciar defluire tutte le emozioni, lasciare che il tappo salti e liberarsi da ogni cosa. Dietro quella commozione non c'è solo la gioia per l'impresa realizzata ma anche (e di più) un dolore molto forte che racconta e condivide.
Ecco perché quando è il momento di dedicare quel successo in rimonta, bellissimo e straordinario, che nemmeno la rete lampo dei ‘satanelli' ha macchiato, ha un attimo di defaillance e sta male. In una situazione di gioia e di grande euforia c'è uno spazio nel cuore: è per suo padre che è morto e per sua madre che ha problemi di salute. Lepore li menziona entrambi, è come se li stringesse in un abbraccio.
"La dedica è per mio padre che non c'è più", dice Lepore che scoppia in un pianto a dirotto e chiede scusa. Viene consolato dai tifosi che gli sono accanto e fanno festa assieme a lui per lo storico traguardo raggiunto. Lo incoraggiano e trova la forza anche per una riflessione ulteriore, questa volta il pensiero va tutto alla mamma: ancora una volta è sopraffatto dalle lacrime. "Questa dedica è anche per lei che da un anno e mezzo lotta contro una malattia".