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Il pestaggio del 19enne del Bologna: “Se vuoi giocare ancora a calcio devi correre più veloce”

Il pestaggio subìto dal giovane attaccante del Bologna nella notte tra sabato e domenica è stato di violenza devastante: operato per ricostruire la mandibola fratturata, la prognosi è di 40 giorni. Le sue parole disegnano uno scenario da incubo: “Sapevano chi ero, mi hanno inseguito con monopattini e scooter”. La polizia ha già una pista.
A cura di Paolo Fiorenza
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Una violenza bestiale, non degna di chi si definisce umano. Percosse inferte a più riprese, vigliaccamente, in cinque contro uno. La selvaggia aggressione subita da un 19enne della Primavera del Bologna all'esterno di un noto locale cittadino nella notte tra sabato e domenica sconcerta per le motivazioni assurdamente futili ed il vuoto totale di valori e sentimenti. Il ragazzo è un attaccante dalle ottime prospettive il cui nome più volte è stato inserito nei convocati della prima squadra dopo essere stato in ritiro con i rossoblù, nonché è già nel giro delle Nazionali giovanili.

I futili motivi: un diverbio in discoteca dopo che un gruppetto di ragazzi aveva cominciato a lanciare cubetti di ghiaccio ed insultare il giocatore del Bologna ed i suoi amici. Uno di questi ultimi aveva segnalato la vicenda alla sicurezza del locale, che a quel punto aveva allontanato la baby gang. Il seguito della storia ha avuto luogo all'esterno, verso le 5 e mezza di domenica mattina, quando il giovane calciatore attendeva il passaggio per tornare a casa. Circondato da almeno cinque giovani di origine nordafricana, è stato massacrato di botte.

A nulla è servito il tentativo di fuga: il pestaggio è stato mosso da una furia cieca, calci e pugni si sono abbattuti sul ragazzo. Non lascia dubbi sul livello di brutalità quanto constatato successivamente in ospedale, dove il giovane calciatore è stato operato alla mandibola, completamente distrutta nell'agguato. Eloquente anche la prognosi, oltre 40 giorni.

Le parole del 19enne attaccante del Bologna raccontano uno scenario da incubo: "Hanno aspettato che uscissi fuori dalla discoteca e mi hanno inseguito. Sapevano chi ero. Mi dicevano: ‘Se vuoi giocare ancora a calcio devi correre più veloce'. Io sono scappato, ero anche riuscito a seminarli. Ma mi hanno raggiunto con monopattini e scooter, buttato a terra e pestato", sono le frasi riportate dal Resto del Carlino. Le indagini per individuare il branco procedono spedite e la polizia ha già un nome da cui arrivare a tutti gli altri, che dovranno rispondere del reato di lesioni aggravate in concorso. Quanto al giovane calciatore felsineo ci vorrà tempo per guarire dalle ferite non solo fisiche della terribile notte bolognese.

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