Il patto tra gli ex compagni di Sinisa Mihajlovic prima della morte: proteggere la famiglia
La notizia della morte di Sinisa Mihajlovic ha scosso il mondo del calcio. È andato via un guerriero, colui il quale nonostante le difficoltà è rimasto in panchina, a guidare il suo Bologna, la sua squadra, anche nei momenti più critici. Un uomo spigoloso ma vero, limpido e senza filtri, capace di vivere il calcio a 360° e che amava la sua famiglia. Aveva scoperto la sua malattia nel 2019: una leucemia mieloide acuta che lo ha stroncato a 53 anni. Tanti gli omaggi e i ricordi che ogni singolo calciatore, allenatore e addetto ai lavori del mondo del calcio sta riservando a Mihajlovic.
Aveva iniziato il campionato con il Bologna poi le sue condizioni di salute erano peggiorate e così c'è stato l'addio al club emiliano. Negli ultimi mesi la situazione è crollata fino alla giornata di oggi quando è stata annunciata la sua morte.
Tra i capitoli più importanti della carriera di Sinisa c'è quello legato alla Lazio. Dal 1998 al 2004 Mihajlovic ha indossato la maglia biancoceleste e vissuto stagioni esaltanti e vincenti. Un gruppo forte e di talento: quella difesa formata dai vari Pancaro, Favalli, Negro e lo stesso Nesta, senza dimenticare i vari Simeone, Stankovic, Veron e Conceiçao, con Roberto Mancini e Simone Inzaghi. Una squadra formidabile, consegnata alla storia dalla vittoria dello Scudetto nel 2000 e rimasta unita anche con il passare degli anni.
Anche nel corso dell'ultima settimana, quando si era sparsa tra gli ex compagni la voce della situazione critica di Sinisa. Giornate di apprensione durante le quali, una volta compresa la gravità degli sviluppi, ci si è confrontati sull'approccio da seguire. La decisione è stata stata quella di optare per la linea del silenzio e del basso profilo mediatico nel rispetto del dolore della famiglia di Mihajlovic. Una sorta di patto nel rispetto dei suoi cari, che hanno annunciato la scomparsa dell'ex calciatore e allenatore attraverso una nota di poche righe.
La protezione della famiglia dall'onda mediatica che inevitabilmente si sarebbe scatenata è la priorità in questo momento. Gli ex compagni della Lazio l'hanno messa al di sopra di ogni altra cosa, limitandosi al massimo a poche e stringate battute. Marco Ballotta, ex portiere biancoceleste che ha condiviso con Mihajlovic tre anni a Roma, nell'esternare questo pensiero condiviso ha comunque voluto ricordare Sinisa per quel che è stato.
"Dispiace tanto, pensavo che si risolvesse in modo diverso – ha detto a Fanpage.it – Ho solo ricordi positivi di lui. Abbiamo trascorso tre anni di vittorie, era uno che si sentiva anche in campo e non a caso era diventato allenatore di un certo calibro. Ha lottato finché ha potuto".
Celebre per i suoi calci di punizione, Mihajlovic ha messo a dura prova per anni lo stesso Ballotta: "Ricordo che con Sinisa al venerdì ci allenavano sulle punizioni ed era sempre un problema parargliene una – ha aggiunto -. In campo insieme ci siamo tolti delle grosse soddisfazioni".