Il Parma è sprofondato a metà classifica: doveva dominare la Serie B, prende troppi gol
La famiglia americana Krause, proprietaria del Parma, era stata chiara sin dall'inizio della nuova stagione e aveva posto come obiettivo quello di vincere il campionato e tornare in Serie A già dal prossimo anno. Alle parole sono seguiti i fatti, con un mercato di tutto rispetto, il ritorno a casa dopo 20 anni di Gianluigi Buffon e la panchina affidata ad un allenatore come Enzo Maresca capace di vincere la Premier League 2 (il campionato Primavera italiano) con il Manchester City Under 23. Finora però il gruppo gialloblu, composto da giovani talenti ma anche da calciatori esperti, non è stato all'altezza delle aspettative in Serie B.
In una rosa già competitiva si sono inseriti calciatori del calibro di Buffon, Danilo e Vázquez, così come profili che hanno già vinto questo campionato, come Schiattarella e Tutino. I giovani più interessanti rispondono al nome di Del Prato e Correia, ma anche di Man e Mihaila. Nella tabella di Transfermarkt sul campionato cadetto Parma occupa il posto più alto del podio per quanto riguarda valore della rosa (83,93 mln), valore di mercato (2,47 mln) e numero di stranieri (21). A questo si aggiungano gli investimenti del presidente Kyle J. Krause, al di sopra della media di gran parte delle squadre di serie B dei principali campionati europei. Ma se da una parte il rendimento dei giovani è stato carente, dall'altra anche i senatori non hanno portato benefici. Anzi, l'ultimo cartellino rosso di Vazquez, già il secondo in stagione, si è rivelato essere un'ingenuità imperdonabile e ha compromesso la vittoria in casa della Spal.
La classifica dopo 7 giornate è impietosa, soprattutto se si pensa che il Parma era dato favorito per la vittoria finale della Serie B. La squadra emiliana ha raccolto solamente 9 punti e si trova paradossalmente più vicina alla zona play out che al quarto posto valido per la semifinale play off. Il campionato è ancora lungo e mai come nella serie cadetta italiana può succedere davvero di tutto. E non è un caso che anche in questa stagione il campionato è ricco di pretendenti al primato, di squadre uscite notevolmente rinforzate dal mercato estivo e pronte a dare filo da torcere a chiunque per ribaltare i pronostici iniziali.
Ma a preoccupare più di tutto in casa crociata è la mancanza di riconoscibilità della squadra e di conseguenza l'alternanza di risultati. Maresca era partito anche bene battendo Pordenone e Benevento senza subire gol e pareggiando all'esordio in casa del Frosinone. Poi il blackout. Nella settimana con tre partite in programma, il Parma ha perso contro la Cremonese e la neopromossa Ternana e ha pareggiato in casa con la capolista Pisa. L'ultimo match, 2-2 contro la Spal, ha certificato il problema principale che sta impedendo agli emiliani di lottare per il vertice: la tenuta difensiva. È vero che davanti i gol non sono mai mancati ma poche squadre hanno subito più reti del Parma (10 in sette partite).
Gli emiliani si sono fatti rimontare proprio come all'esordio in campionato a Frosinone, ma stavolta la trasferta di Ferrara è stata il punto di non ritorno: in vantaggio di due gol a 8′ dalla fine, la Spal è riuscita a pareggiare e acciuffare il pareggio allo scadere. L’allenatore è tradizionalmente votato alla fase offensiva e anche il modulo lo dimostra, con un tridente e due centrocampisti che pensano più ad inseristi che a contenere. L'esperienza in un campionato minore inglese, seppur di primo livello e in un top club come il Manchester City, non basta per imporsi sin da subito in Italia e le sue ultime mosse (i cambi controproducenti a Ferrara) non hanno convinto. La sosta viene forse nel momento più adatto per riordinare le idee e rimettersi presto in corsa per le posizione che spettano ad una società del blasone del Parma.