Il padre di Lamine Yamal impazzito per la vittoria agli Europei: si comporta come non fa suo figlio 17enne
Lamine Yamal è la stella della Spagna esplosa agli Europei 2024. Nella finale vinta contro l'Inghilterra non ha segnato ma ha lasciato ugualmente il segno servendo a Nico Williams la palla del momentaneo vantaggio. A celebrare il premio di miglior giovane del torneo c'erano la fidanzatina, Alex Padilla, che ha abbracciato in campo con grande tenerezza, il fratellino col ciuccio in bocca che ha voluto accanto a sé nel momento più esaltante, su madre commossa (è divenuta iconica la foto in cui la donna gli faceva il bagnetto con Messi) fino al padre 32enne, Mounir Nasraoui, letteralmente fiero e impazzito per il riconoscimento ottenuto dal ragazzo prodigio che è il suo orgoglio.
È stata un gratificazione ulteriore, un trampolino di lancio per la carriera che in Germania ha subito un'accelerazione improvvisa, meritata catapultandolo in un'altra dimensione, spingendo sotto i riflettori tutto quanto fa parte del suo piccolo mondo antico.
Il papà di Yamal esulta come un ragazzino
Mounir Nasraoui è talmente entusiasta che si comporta come non fa il giovanotto che ha compiuto 17 anni il giorno prima della finale. In un video rimbalzato sui social lo si vede impugnare la piccola coppa consegnata a Yamal e abbandonarsi alle emozioni di quel momento che sarà per sempre e scandisce (forse) l'inizio di qualcos'altro per il suo Lamine.
Impugna il trofeo, va da sua moglie e gliela mostra con grande soddisfazione, posa per una foto con i familiari poi si stacca dal gruppetto e continua a esultare. È incredulo, non sta nella pelle, allarga le braccia, si lascia immortalare dai fotografi appoggiato alla balaustra del palchetto d'onore. A un certo si lancia perfino per terra come se avesse segnato un gol.
Del resto, è stato proprio lui a sostenere che in quell'immagine cui c'è il ‘dieci' dell'Argentina la vera benedizione è stata al contrario… ovvero è stato Messi a essere unto da quel "dono di Dio" che aveva tra le mani.
La bandiera sui fianchi di Lamine: gli ricorda da dove viene
Nel corredo accessorio di quel giorno da ricordare c'è dell'altro: ovvero, la strana bandiera che cingeva i fianchi del calciatore. Quel drappo blu con una croce bordeaux non era un riferimento al Barcellona (squadra di club del numero 19 della Spagna) ma al paese dov'è cresciuto: Matarò, che fa parte della comunità catalana. È stato il sindaco del comune a fargli pervenire quel labaro che Yamal non ha esitato a esibire.
Non è il primo gesto che il giovane esterno fa in segno di rispetto delle sue radici. La sua celebrazione, in cui mima il numero ‘304' con le dita, è un omaggio al codice postale del suo quartiere, Rocafonda.
Il consiglio da fratello maggiore di Rodri al giovane calciatore
Sui titoli di coda c'è spazio ancora per una breve clip. Il video di Rodri che prende il suo viso tra le mani e dà al compagno di nazionale 17enne un consiglio da fratello maggiore ("continua a lavorare sodo e puoi ottenere tutto quelli che vuoi") è la chiosa perfetta per un ragazzo che non smette di sognare.
Yamal aveva 5 anni quando la Spagna vinse gli Europei nel 2012 e nel 2021 – quando le Furie Rosse vennero eliminate dall'Italia ai rigori – era solo un 13enne che andava al centro commerciale per vedere le partite della nazionale. Oggi ha cambiato prospettiva e quel che vede dal campo è tutto un altro diorama nella sua vita da predestinato.