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Il nuovo studio dell’Uefa che condanna i Mondiali ogni due anni: “Miliardi di ricavi in meno”

La proposta Fifa avrebbe solo conseguenze negative: sovraesposizione dei giocatori, minore visibilità di altri tornei, distacco dei tifosi. E perdite economiche per tutti.
A cura di Alessio Pediglieri
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"La UEFA ritiene che cambiamenti radicali dovrebbero essere proposti solo se si traducono in benefici chiari e indiscutibili per il gioco e per i suoi attori". Per comprendere la posizione del massimo organismo calcistico europeo bisogna partire dalla chiosa finale del lungo documento presentato quale riprova dell'insostenibilità della proposta Fifa di presentare i Mondiali ogni due anni. Una nota, redatta attraverso la consulenza della società Oliver & Ohlbaum, che evidenzia come sia impossibile rivoluzionare il panorama calcistico mondiale attuale, andando a creare fortissimi contrasti interni con immense perdite economiche e un impatto negativo su federazioni e altri tornei.

Lo studio pubblicato, richiesto dalla stessa Uefa, ma che si tratta di una produzione assolutamente autonoma e svincolata dallo stesso organismo, ha dunque confermato nei dettagli la presa di posizione assunta già tempo fa: il Mondiale ogni due anni è impossibile e questo è evidente dall'analisi pubblicata che valuta l’impatto economico negativo generale. Una Coppa del Mondo a cadenza biennale comporterebbe un nuovo calendario calcistico per le Nazionali, oltre che per il calcio maschile che per quello femminile, che perderebbero visibilità e introiti con conseguenze nefaste sulle singole federazioni europee.

Calendari troppo fitti e incoerenza degli impegni

In primo luogo si andrebbe a intensificare ancora di più il già serrato calendario calcistico. "Tornei di tale intensità non possono essere ripetuti ogni anno senza aumentare lo sfinimento psicofisico dei giocatori, che di fatto si ritroverebbero a giocare anche più di un torneo a stagione" senza dimenticare "l'incoerenza" che si creerebbe tra giocatori convocati in nazionale ed esclusi con calciatori super utilizzati e altri con lunghissimi periodi di inattività con conseguente "impatto sui campionati, esponendoli a pause eccessivamente lunghe, che sarebbero dannose per tutti" non ultimi i tifosi che rischierebbero di disaffezionarsi al torneo nazionale.

Calcio femminile e tornei giovanili verso il fallimento

Non solo. Il Mondiale ogni due anni avrebbe ripercussioni pessime anche sui movimenti calcistici oggi in forte crescita, come quello femminile, senza la tutela dei tornei riservati ai giovani. "I tornei di punta (del calcio femminile, ndr) non godrebbero più dell’esclusività del calendario e di tutti i riflettori, con impatti negativi garantiti in termini di visibilità e interesse di tifosi e media", mentre "tutto il sistema dei campionati nazionali giovanili andrebbe rivisto e probabilmente ridimensionato" vanificando gli sforzi e gli investimenti compiuti in questi anni.

Miliardi di ricavi in meno

Non ultimo, il fronte economico che oggi – in una epoca post Covid – è uno dei tasti più delicati da affrontare. E pensare che l'introduzione del Mondiale biennale possa incidere in modo negativo a livello federale e di club, è ritenuto impensabile. "Sommando le perdite derivanti dalle entrate centralizzate (diritti media delle Qualificazioni Europee maschili e della Nations League; distribuzioni da UEFA EURO) e da fonti individuali come i biglietti e le sponsorizzazioni – si legge ancora nella nota – le entrate per le federazioni nazionali europee potrebbero scendere tra 2,5 e 3 miliardi di euro su un ciclo di quattro anni". Il tutto è stato confermato dallo stesso studio ipotizzando differenti scenari, tutti considerati insostenibili. Dunque, ci sarebbe poco da fare: il Mondiale biennale non si può attuare e la Fifa deve mettersi il cuore in pace.

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