Il naufragio della Juve è tutto in un’azione: il Chelsea fa quel che vuole in area di rigore
La pesante sconfitta rimediata Stamford Bridge fa emergere nuovamente tutti i limiti della Juventus visti in questa stagione soltanto in campionato prima di oggi. Il 4-0 inflitto dal Chelsea in Champions League, oltre a far segnare dei record negativi ai bianconeri (non perdevano con un passivo di quattro gol dal 2004 e non subivano così tante reti da una squadra inglese dal 2010), infatti si rivela come una vera e propria lezione per la formazione di Massimiliano Allegri surclassata sotto tutti gli aspetti dai campioni d'Europa in carica. I bianconeri sono apparsi infatti nettamente inferiori agli avversari sul piano fisico e su quello dell'intensità messa in campo, ma anche a livello tecnico e tattico.
Basta dare un veloce sguardo alle statistiche per capire l'enorme divario visto in campo questa sera con la squadra di Tuchel che fin dai primi minuti ha costretto la Juventus sulla difensiva assediando completamente la porta di Szczesny (e il fatto che il portiere polacco sia stato il migliore in campo tra i bianconeri la dice lunga su tutto il resto). Mentre la produzione offensiva dei bianconeri si è limitata alla creazione di un'unica vera palla gol (il tocco morbido di Morata salvato sulla linea di porta dal provvidenziale intervento di Thiago Silva): 8-1 recita infatti il dato dei tiri in porta alla fine del match.
Ma se la poca prolificità, alla luce del fatto che è dall'inizio della stagione che fatica a trovare la via della rete anche in Serie A, non sorprende, a stupire è invece la grande difficoltà a livello difensivo riscontrata da Bonucci e compagni contro il Chelsea: nessun duello individuale vinto (con Alex Sandro praticamente asfaltato da Reece James per tutta la gara), nessun filtro da parte della linea mediana (clamorosi gli errori di Bentancur di gran lunga il peggiore in campo insieme al terzino brasiliano) e grande difficoltà nel frenare le incursioni palla al piede dei tecnici attaccanti schierati da Tuchel.
Esemplificativa del disastro bianconero a Stamford Bridge è l'azione che ha portato al gol del momentaneo 3-0 firmato da Hudson-Odoi. Chiesa va troppo morbido in contrasto sulla propria trequarti con Thiago Silva permettendo così al Chelsea di reimpostare l'offensiva con il pallone che arriva a Rudiger (un altro centrale a stazionare sulla trequarti ospite). Il tedesco non viene pressato e può quindi calibrare il cambio-gioco per James che, perso per l'ennesima volta da Alex Sandro, ha il tempo di controllare con calma la palla nell'area di rigore juventina e servire all'indietro Ziyech. Il marocchino con un tocco di prima taglia fuori Rabiot e libera Loftus Cheek che tutto solo al centro dell'area di rigore può stoppare la sfera, girarsi, puntare l'uomo, evitare gli interventi non troppo convinti di De Ligt e Bonucci e servire il pallone all'altezza dell'area piccola all'accorrente Hudson-Odoi per il quale è un gioco da ragazzi aprire il piatto del piede e far secco l'incolpevole Szczesny. Più che i quattro gol incassati dunque a preoccupare Allegri e i tifosi juventini è soprattutto la facilità con cui quattro uomini del Chelsea hanno toccato la palla dentro l'area bianconera senza trovare grande opposizione.