Il Napoli non ha voluto Ibrahimovic, Giuntoli: “Avevamo questioni più serie”
"Eravamo affaccendati in questioni più serie". Riavvolgendo il nastro della serata a ritroso, le parole del direttore sportivo del Napoli, Cristiano Giuntoli, chiariscono fin dove voglia (o possa) effettivamente arrivare il Napoli. Se hai ambizioni di vittoria devi prendere in squadra calciatori che siano in grado di aiutarti a crescere, facciano la differenza sempre (dentro e fuori dal campo, nello spogliatoio), abbiano la personalità e la testa giusta. Come Ibrahimovic. Lui avrebbe voluto indossare la maglia azzurra, ci aveva pensato. L'idea lo stuzzicava: essere il calciatore che, dopo Maradona, avrebbe indossato la corona di re del San Paolo. S'immaginava in quel tempio ribollente di tifo. Credeva che se gli azzurri avessero voluto (davvero) lottare per lo scudetto, lui avrebbe dato loro una mano… l'ennesima mano di dio. L'avrebbe tesa e li avrebbe accompagnati.
Il Napoli, però, aveva altri programmi, altre priorità. E quando nell'intervista a Sky Sport il diesse dei partenopei si trova a rispondere a una domanda/retroscena sui contatti tra il club e il campione svedese le parole fanno mordere le mani ai tifosi.
Ibrahimovic? Se ne parlava quando c’era Ancelotti – ha ammesso Giuntoli, replicando ai quesiti da studio -. Eravamo affaccendati in questioni più serie. Continuavamo a non fare un punto, abbiamo cambiato strada.
Ecco è quel "abbiamo cambiato strada" che rappresenta una sorta di sliding doors. Cosa sarebbe accaduto se il Napoli avesse incrociato il proprio cammino con Zlatan invece di voltargli le spalle? Chissà… intanto l'esempio lampante di quel che sarebbe potuto accadere lo ha dato il Milan al San Paolo: ha vinto sì per una grande organizzazione di squadra e sotto il profilo del gioco ma lo ha fatto perché lì davanti e nel gruppo c'è un fuoriclasse. Pioli lo ha, Gattuso no. Il ‘diavolo' lo ha riportato a casa, i partenopei lo consideravano troppo vecchio perché si facesse uno sforzo per l'investimento.
Un gol straordinario di testa (Koulibaly lo sognerà a lungo perché dal vivo nemmeno se n'è accorto), un altro di ginocchio (ma era lì, esattamente dove doveva essere) finalizzando un contropiede perfetto. Con Zlatan il Milan è primo in classifica mentre il Napoli è sesto. Ma il Napoli aveva questioni più serie a cui pensare.