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Il Napoli non ce la fa a vincere a Bologna: palo e un rigore sbagliato da Osimhen furibondo

Al Dall’Ara finisce 0-0 ma le occasioni più clamorose le crea la squadra di Garcia, vicinissima al gol con Victor e poi Raspadori. Nella ripresa l’attaccante nigeriano fallisce un penalty e, sostituito, sbotta contro l’allenatore.
A cura di Maurizio De Santis
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Victor Osimhen sbaglia il calcio di rigore nella ripresa.
Victor Osimhen sbaglia il calcio di rigore nella ripresa.

Una scarpata. Un piedone messo male a terra. Tra la vittoria (che sarebbe stata giusta) e il Napoli a Bologna c'è stato (anche) quell'errore commesso da chi non t'aspetti: Osimhen sbaglia il calcio di rigore che poteva cambiare l'inerzia della partita e legittimare un'ottima prestazione degli azzurri. Victor apre troppo la traiettoria e la palla scivola via fuori, lontano dal palo.

Il nigeriano resta pietrificato, non è serata per lui che c'entra anche un palo clamoroso e quando viene sostituito sbotta nei confronti del tecnico Garcia (avrebbe voluto giocare a due punte, non uscire e rifarsi) che aveva richiamato in panchina prima Kvara poi Lobotka e lui. In altri tempi quella sfera sarebbe entrata e sarebbe rimasto muto.

E quando Anguissa a fine gara si sdraia per terra, sfinito, per una fitta inguinale, è il segnale che proprio non gira: azzurri bloccati a quota 8 punti, a -2 dalla zona Champions e a -7 dall'Inter capolista. Con tutto quel che ne consegue sulle scelte dell'allenatore che schiera ancora Raspadori ij un ruolo non congeniale e lascia ‘solo' Osimhen a sgomitare in mezzo a una selva di braccia e spintoni.

La disperazione del nigeriano dopo aver fallito il penalty.
La disperazione del nigeriano dopo aver fallito il penalty.

La trasferta di Bologna poteva essere una trappola per il Napoli che, reduce dalla partita di Champions col Braga e in piena emergenza in difesa (Juean Jesus e Rrahmani fermi per infortunio muscolare), s'era trovato di fronte l'avversario peggiore. C'era apprensione per il debutto forzato di Natan schierato accanto a Ostigard in una coppia inedita ma lì dietro non c'è mai stata sofferenza anche perché il lavoro ‘di squadra' s'è rivelato (finalmente) determinante. Tant'è che alla prova del campo ne è scaturito (anche) che gli emiliani non hanno mai tirato veramente nella porta dei partenopei.

La squadra di Thiago Motta ha mostrato compattezza e solidità, ingabbiando Osimhen e chiudendo tutte le linee di passaggio agli azzurri. Ha provato a soffocarne l'estro, a tarparne le ali, ad attirarlo in quell'imbuto costruito nella zona centrale dirottandolo lì, in quella palude, e rendendo quasi vano il palleggio sugli esterni. Strategia che ha funzionato in fase di contenimento con il chiaro obiettivo: confidare nell'imbucata di Zirkzee.

Lo sfogo della punta nei confronti dell'allenatore che lo cambia a fine match.
Lo sfogo della punta nei confronti dell'allenatore che lo cambia a fine match.

Eppure, nonostante quel traffico pazzesco e linee difensive trincerate, le occasioni migliori le hanno avute i campioni d'Italia. E la qualità delle giocate di Raspadori (sua l'imbeccata che innesca Victor) e di Zielinski (nasce da lui l'azione che porta al caclio di rigore) ne scandiscono il merito e la bontà. Una in particolare, quella capitata sui piedi del nigeriano che se l'è costruita alla sua maniera: resistendo alle spallate dell'avversario, rubandogli il tempo per il tiro e poi scagliando un diagonale che – sfiorato da Skorupski – colpisce il palo ma carambola fuori. Altro brivido nel recupero del primo tempo: Jack aggiusta la mira e spara ma la traiettoria finisce fuori di poco.

Il calciatore esce dal campo contestando la decisione dell'allenatore.
Il calciatore esce dal campo contestando la decisione dell'allenatore.

Piattone sballato. Kvara s'accende a sprazzi, complice il compito che Garcia gli affida: non deve solo attaccare ma anche cucire il gioco in fase difensiva. Quando s'illumina, però, il georgiano diventa una mina vagante. Riceve palla da Zielinski sulla sinistra e penetra in area del Bologna, il cross e basso e teso, viene intercettato da Calafiori col braccio, in caduta, dopo aver toccato la palla prima col piede. Per il direttore di gara è rigore. Lo snodo cruciale è in quel penalty calciato largo, troppo largo, da Osimhen che s'era incaricato della battuta. portiere spiazzato, palla dall'altra parte ma la diagonale è aperta abbastanza da soffiare fuori la conclusione dagli undici metri. Niente vittoria, il Napoli resta incagliato nelle retrovie.

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