Il Napoli non batte l’Union che perdeva da 12 partite, pareggia e frena nel girone di Champions
Il Napoli non entusiasma, non vince, rovina tutto. Si lascia imbrigliare dall'Union Berlino al Maradona e perde terreno lungo la strada che porta verso gli ottavi di Champions League. La qualificazione non è ancora certa ma, al netto delle difficoltà palesate, resta nelle mani degli azzurri che al traguardo si avvicinano con andamento lento.
La squadra di Garcia prende un palo con Natan e impreca, un altro alla fine del primo tempo la mette al riparo da un pareggio beffa su punizione e sospira. Lo fa anche quando il Var annulla (giustamente) la rete di Anguissa per un fallo commesso da Di Lorenzo. È lì, vivacchia. Non è brutta né bella. Una formazione ibrida che trasmette una sensazione d'incompiutezza: sai che prima o poi sbaglierà qualcosa fino a sbandare e a cadere.
È successo anche contro un avversario che tra campionato e coppe ha messo in fila, tacca dopo tacca, una serie imbarazzante di sconfitte (12, tra Bundesliga ed Europa) ma in trasferta ha mostrato fiducia e orgoglio. È bastata una semplice ripartenza per soffiare via quel castello di possesso palla e azioni manovrate, per nulla dirompenti, che hanno caratterizzato la prestazione dei partenopei. In poche parole, quelli di Fischer non mollano.
Mentre quelli in maglia azzurra fanno una fatica tremenda, si muovono sotto ritmo: non piazzano il colpo del ko, né controllano a sufficienza il match fino ad anestetizzarlo. E se anche Kvaratskhelia, stretto nella morsa, non trova l'ispirazione né il guizzo giusti, si resta sospesi in un limbo. Ci vorrebbe poco davvero, alla luce della consistenza dell'Union. Ma quel poco, evidentemente, non è nelle corde del Napoli.
Il resto, quel che si vede, è la solita squadra che vive di spunti individuali (quelli di Zielinski e Raspadori su tutti, con Jack che fa impazzire Bonucci), ogni tanto ha reminiscenze di un tempo passato (nemmeno tanto lontano) nel quale funzionava tutto alla perfezione ma vengono spazzate via da amnesie incredibili. Si spegne la luce in occasione del pareggio dei tedeschi, preso in contropiede da una situazione di calcio d'angolo, con la squadra disunita. Si spegne quando addirittura nella ripresa rischia di andare sotto per la seconda volta nel giro di pochi minuti.
Il gol di Politano nel primo tempo (fortuito per la deviazione che lo aiuta) è un lampo di luce improvvisa: l'ex Sassuolo ci mette tutto quel che ha tra corsa, profondità, cambi di passo, assist e conclusioni ma non basta. Il pari di Fofana traccia a dimensione del Napoli attuale, sbilanciato e punito dai tedeschi: lancio in profondità di Roussillon la palla Sto arrivando!iva a Becker ma Meret si oppone al suo destro, sulla ribattuta Fofana la mette dentro. Garcia lancia nella mischia Simeone, Lindstrom, fa mucchio ma gli resta un pugno di mosche in mano.