Il Napoli e il capitano Di Lorenzo saranno sanzionati per il gesto di protesta contro il razzismo
Sconfitti e multati. Il Napoli battuto 0-3 in casa contro l'Atalanta lascia il Maradona tra i fischi e la contestazione dei tifosi, delusi per un campionato disastroso, e la (quasi) certezza di essere fuori dalla lotta Champions oltre al rischio di non disputare nemmeno altre coppe europee nella prossima stagione. Ma non è finita: nel corredo accessorio di un sabato pre-pasquale da dimenticare c'è anche un altro dettaglio a sfavore, l'ammenda che il club e il capitano, Giovanni Di Lorenzo, dovranno scontare per quell'atto di ribellione messo in pratica in occasione della sfida interna contro i bergamaschi.
Cosa è successo? In seguito all'epilogo della vicenda Acerbi (assolto per mancanza di prove dall'accusa di razzismo nei confronti di Juan Jesus), i partenopei avevano annunciato che non si sarebbero più allineati alle iniziative di Federazione e Lega Serie A ma avrebbero provveduto loro stessi a lanciare messaggi chiari contro ogni forma di discriminazione. Ecco perché s'è messo in ginocchio prima del fischio d'inizio contro i nerazzurri orobici.
C'è stato anche un altro gesto forte, di rottura e di protesta per la mancata squalifica del difensore dell'Inter che s'è definito innocente, sostenendo l'erronea interpretazione delle sue parole da parte del brasiliano e lamentando anche un clima ingiustamente ostile. Salvo commettere l'ennesimo, clamoroso scivolone ("Se sentiamo tutto diventano condannabili gli insulti ai serbi") in un'intervista sfogo post-sentenza del giudice sportivo.
Gli azzurri hanno prestato fede alla parola data: Di Lorenzo ha coperto l'unica fascia da capitano possibile (quella ufficialmente autorizzata dai regolamenti della Lega Serie A) con una stringa doppia bianca in segno di dissenso. Una presa di posizione che porterà a una sanzione amministrativa tenuto conto degli articolo 72 delle NOIF (Norme Organizzative Interne della Federazione) e l'articolo 11 della Lega Serie A.
Il primo fa riferimento alla "tenuta di gioco dei calciatori" e al comma 3 spiega: "II Capitano deve portare, quale segno distintivo, una fascia sul braccio di colore diverso da quello della maglia, sulla quale potranno essere apposti loghi, scritte e disegni riconducibili alla società e al Campionato, purché autorizzati dalla Lega competente".
Di qui il richiamo all'altra norma introdotta nel 2018 per uniformare l'equipaggiamento tecnico dei calciatori (nel caso specifico i capitani) così da vietare esplicitamente la scelta delle fasce personalizzate. "In ciascuna delle gare delle competizioni organizzate dalla Lega il capitano deve portare, quale segno distintivo, esclusivamente una fascia fornita dalla stessa Lega. La Lega si riserva la facoltà, in occasione di eventi speciali, di proporre la realizzazione di fasce da capitano celebrative". Una situazione da ritenere valida in tutte le competizioni ufficiali organizzate dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A: campionato, Coppa Italia, Supercoppa e Primavera.