Il Napoli crolla di schianto: blackout Scudetto al Maradona, la Fiorentina ne fa tre
La sindrome del "Maradona". In casa, nel momento cruciale della stagione, il Napoli si smarrisce ancora una volta. E perde la quinta gara del campionato (la sesta in assoluto). Un dato clamoroso soprattutto se rapportato all'unico ko subito in trasferta. Può una formazione che punta allo Scudetto vestire i panni dello studente al quale un po' tremano le gambe dinanzi ai compagni di classe e s'inceppa alla prima occhiata del professore? La risposta l'ha data il campo. Le gambe ci sono, il cuore non manca ma la testa fredda non c'è. E se oltre alla personalità fanno difetto anche le prestazioni di alcuni calciatori chiave (Zielinski e Fabian Ruiz sono apparsi poco brillanti come Rui e Rrhamani) è così che si materializza la sconfitta contro la Fiorentina. Questa volta non c'è Pjanic graziato, Orsato o storia d'albergo che tenga.
La Viola fa quel che deve (e lo fa bene): tiene i nervi saldi, resiste all'urto iniziale, va in vantaggio, incassa il pareggio ma non cede, è quadrata e sa cosa fare, gioca con maggiore leggerezza, trova raddoppio e poi colpo del ko nel giro di pochi minuti forte della velocità di Ikoné (subentrato nella ripresa) e dalla grinta di Cabral che approfitta dell'ennesimo errore/indecisione/valutazione sbagliata dei partenopei e la butta dentro. È un cazzotto nello stomaco.
Non è bastato nemmeno l'acuto di "Ciro" Mertens a scuotere gli azzurri e a cambiare l'inerzia dell'incontro. E Lozano… boh? A Bergamo serve a Elmas la palla del match, contro i toscani s'incarta e immagina traiettorie di passaggio improbabili per innescare Dries. Osimhen a un certo punto zoppica, è il segnale che va proprio tutto storto. Ha un guizzo dei suoi e dà fiato all'ultimo assalto. Serve a poco, se non a tentare almeno la carta dell'orgoglio. Il Napoli rovina tutto sul più bello quando tutti si attendevano una risposta all'Inter (che ha ancora la sfida col Bologna da recuperare) e la possibilità di mettere altra pressione al Milan. È finita? I numeri dicono di no, la realtà dei fatti e di quel che s'è visto racconta altro. La media punti del Napoli in casa è di 1.93, fuori è di 2.31. Le milanesi ringraziano.
Eppure lo stadio era pieno, traboccante di tifo come non si vedeva tempo (e non solo per le limitazioni Covid), l'avvio di match era stato incoraggiante e martellante, l'acuto del belga aveva riacceso speranze poi s'è spenta la luce. Buio totale e groppo in gola. Ancora una sconfitta sul prato verde dove sfioriscono le speranze di cucire il titolo in petto. Ad Atalanta, Empoli, Spezia, Milan s'è aggiunta la Fiorentina che prende i punti e scappa.
"Se li fai giocare ti prendono a pallate", aveva detto Italiano alla vigilia della partita. Ha imbrigliato l'avversario raccomandando alla squadra di soffrire/ripartire e in contropiede è stata micidiale Primo affondo e primo gol, con tre calciatori della Viola liberi liberi a meno di dieci metri da Ospina, Zielinski e Fabian Ruiz a commettere pasticci. Poi le frustrate nella fase centrale della ripresa. Cala il gelo.