“Il Napoli ci sta provando per Osimhen con metodi mafiosi”: gravi accuse dalla Nigeria
La positività al Covid di Victor Osimhen è stato come gettare benzina sul fuoco delle polemiche, dei sospetti, delle accuse nemmeno tanto velate lanciate contro il Napoli che non ha mai visto di buon occhio la possibilità che l'attaccante giochi la Coppa d'Africa con la Nigeria. Sfoghi a mo' di bordate sparate ad alzo zero: il fuoco alle polveri arriva dai media del suo Paese, a causa della reticenza della società partenopea che ha le sue buone ragioni, e trova sponda sui social con il clamore sollevato dai tifosi delle "super aquile".
"Il Napoli si sta assicurando che non partecipi ad Afcon 2021… ben fatto", sottolinenando come da una situazione del genere ne possa trarre beneficio speculando sulla salute del giocatore. È la prima stilettata ma ce n'è un'altra ben più grave che fa riferimento a una strategia precisa, al gioco ‘sporco': "Il Napoli ci sta provando per Osimhen con metodi mafiosi". Una frase molto dura, che tira perfino in ballo presunte manovre occulte.
Facile, facile immaginare quale sia la media dei commenti che hanno incendiato i sostenitori nigeriani. Basta leggerne alcuni per avere contezza della rabbia esplosa nei confronti del Napoli: "Stanno solo cercando di fare i loro interessi", "quel che stanno facendo è una mancanza di rispetto", c'è chi addirittura parla di "razzismo" da parte dei campani, autori di quella che "probabilmente è solo una truffa" perché – aggiunge un altro – "sento la puzza di un brutto scherzo, lasciate che il ragazzo partecipi alla Coppa d'Africa".
La posizione della società di Aurelio De Laurentiis è chiara e poggia su dubbi legittimi. Non si tratta di un mero calcolo utilitaristico perché la prognosi di 90 giorni sancita dopo il grave infortunio all'occhio sinistro (e il conseguente intervento) allontana i tempi di rientro dell'attaccante alla fine di febbraio. E nessuno, nemmeno lo stesso club azzurro, vuole e può prendersi la responsabilità che un altro colpo (sia pure fortuito) alla parte operata causi danni ulteriori al giocatore.
Non basta la mascherina protettiva progettata su misura perché Osimhen sia al sicuro: quel dispositivo gli ha permesso di unirsi ai compagni di squadra negli allenamenti ma le sollecitazioni e i pericoli di una partita sono notevolmente più alti e possono avere conseguenze peggiori.
Fratture multiple e un occhio quasi fuori dall'orbita: Osimhen arrivò in queste condizioni in ospedale e l'intervento fu molto delicato. "È come se la sua faccia fosse finita sotto una pressa – disse il chirurgo maxillo-facciale, Gianpaolo Tartaro -. Ho dovuto inserire 6 placche e 18 viti". La ricostruzione della porzione di volto (la parte sinistra) fu delicata per la violenza del trauma subito: la testata (fortuita) ricevuta da Skriniar provocò una "lesione devastante" per le condizioni dell'orbita, della cavità e del nervo oculare sollecitati dall'impatto.
La visita specialistica programmata per il 31 dicembre poteva rappresentare un punto di svolta in un senso o nell'altro: tornare in campo oppure attendere ancora, giocare oppure sforzarsi di resistere alla tentazione, alla voglia matta di indossare divisa e scarpette e fiondarsi sul rettangolo verde, costi quel che costi. È saltato tutto: la positività al Covid ha complicato anche questo aspetto, rinviando ogni controllo a quando il Covid sarà superato e il giocatore avrà il permesso di lasciare il Paese e rientrare in Italia per essere visitato dal chirurgo.
Cosa accadrà adesso? Non c'è stato (ancora) un braccio di ferro tra il club partenopeo e la federazione nigeriana, del resto lo stesso calciatore ha provato a tessere la trama della diplomazia cercando una soluzione che potesse andar bene a tutti: andare in campo contro la Juventus il 6 gennaio e poi raggiungere il raduno della sua nazionale.
Ma non è da escludere uno scontro legale tra le parti. Le "super aquile" attendono Osimhen a braccia aperte: il suo tweet ("io ci sono") non è piaciuto al Napoli ma è stato preso a mo' di esempio per l'attaccamento alla maglia e per l'impegno da profondere nel rispetto del proprio Paese ("è importante che tutti mostrino la stessa volontà di Osimhen", hanno fatto sapere dallo staff della selezione). Il contagio ha ingarbugliato la matassa e adesso sbrogliarla sarà difficile.
Il regolamento Fifa è chiaro: il Napoli ha sì il diritto di valutare le condizioni del calciatore ma non può impedirgli di rispondere alla convocazione, né – in caso di mancata partecipazione alla Coppa d'Africa per infortunio – utilizzarlo per altre partite. La Nigeria stessa sa di avere un'opportunità in più: anche di fronte a evidenze mediche comprovate e a un parere negativo da parte della società, la federazione ha facoltà di sottoporre il calciatore a visita del proprio team di medici e formulare un altro responso assumendosi la responsabilità delle eventuali conseguenze, risarcimento compreso, in caso di impiego del suo tesserato.