Il Napoli batte lo Spezia 4-2, si qualifica in semifinale di Coppa Italia dove sfiderà l’Atalanta
Il Napoli batte lo Spezia 4-2, macchiando la partita con le solite amnesie, e si qualifica alla semifinale di Coppa Italia. La giocherà contro l'Atalanta nel doppio confronto di andata e ritorno: si parte in casa il 3 febbraio, una settimana dopo (il 10) ci sarà il ritorno a Bergamo. Gli azzurri, detentori in carica del trofeo, ritrovano nella sfida contro i liguri smalto, fiducia, gol e soprattutto spezzano la tensione di questi giorni. Farlo contro la squadra di Italiano, che in campionato aveva inflitto una sconfitta clamorosa quanto umiliante, è stato come spezzare un tabù, togliersi un peso dallo stomaco e gli schiaffi da faccia. Allora, contro un avversario in inferiorità numerica e con una rosa decimata dal Covid, i partenopei vennero battuti in casa e in rimonta. Un disastro. Oggi la formazione di Gattuso non ha sbagliato le azioni da gol più nitide create. Dai 30 tiri e 1 gol della volta scorsa, alle 4 reti in una decina di conclusioni verso la porta ligure.
Segna subito Koulibaly, raddoppia Lozano (schierato in posizione di falso 9), c'è gloria anche per Politano ed Elmas. In quaranta minuti la sfida con lo Spezia può dirsi in ghiaccio e il passaggio del turno in tasca. Non sono mancati i brividi nella ripresa quando, paga del risultato e convinta di aver ormai chiuso la partita, la squadra campana si rilassa un po' troppo e concede 2 gol nel giro di 3 minuti (dal 26° al 29°) allo Spezia. I liguri attaccano, il Napoli non si scuote e arretra troppo il baricentro subendo il ritorno degli avversari che tentano il tutto per tutto.
Si rivedono Mertens e Osimhen, Lobotka permette a Zielinski di tirare il fiato. Nei secondi 45 minuti i partenopei tirano troppo in fretta il fiato e remi in barca rischiando, al solito, di complicarsi la vita. A rendere tutto più difficile è anche il passaggio dal 4-3-3 al 4-3-2-1 che provoca sconquassi. Il palo di Demme è un lampo all'improvviso, Krapikas anticipa il nigeriano in una delle incursioni. Due cambi ancora nel finale (Di Lorenzo per Politano e Bakayoko per Mertens): Gattuso fiuta il pericolo e li propone per alzare il muro, spegnere le ultime velleità degli ospiti che sfruttano gli spazi (troppi) e le falle nell'assetto dei padroni di casa per rendersi pericolosi.
Dopo le polemiche, durissime, per il trend di rendimento negativo, un approccio discutibile e un'interpretazione tattica altrettanto ‘debole' serviva vincere per lasciare alle spalle ogni cosa. A cominciare dalla posizione di Gennaro Gattuso, traballante dopo la brutta prestazione e il ko in Supercoppa con la Juventus e, più ancora, il crollo di Verona. Il presidente, Aurelio De Laurentiis, aveva sparigliato le carte in tavola e le voci sui presunti, nuovi allenatori (da Benitez fino ad Allegri, Spalletti e Mazzarri) confermando la fiducia al tecnico.
Il successo e la qualificazione non soffiano via tutte le nuvole addensatesi sulla testa dell'ex milanista ma aiuta a sgombrare l'orizzonte in Serie A rispetto a Parma, Genoa (due gare dove far risultato per non perdere contatto dalla zona Champions) e allo scontro diretto con la Juventus a metà febbraio. È in questo lasso di tempo che Gattuso si gioca realmente la panchina e il Napoli il futuro delle scelte per la prossima stagione perché senza Champions e con gli introiti ridotti dal Covid.