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Luis Suarez e il caso della cittadinanza italiana

Il momento in cui la Juventus ha cambiato idea su Suarez e ha deciso di non prenderlo

L’indagine della Procura di Perugia sull’esame ‘farsa’ di Luis Suarez coinvolge direttamente i vertici dell’Università per Stranieri e tocca anche la Juventus. Dalle carte dell’inchiesta emerge come la sessione straordinaria d’appello sia stata confezionata e cucita su misura su quel giocatore che “non spiccica ‘na parola d’italiano”. Il periodo più fervido dei contatti è tra i giorni 8 e 14 settembre, quando la macchina organizzativa sistema ogni cosa. Poi c’è qualcosa che ha fatto cambiare idea (e obiettivo di mercato) ai bianconeri.
A cura di Maurizio De Santis
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Non è vero che la Juventus non era più interessata a Luis Suarez. Non è vero che lo aveva mollato da tempo perché il periodo necessario per il tesseramento del calciatore rappresentava un ostacolo insormontabile: sarebbe andato oltre i limiti del 5 ottobre (ultimo giorno di mercato) e poi ancora del 6 (dead-line fissata dalla Uefa per la presentazione delle liste). C'è stato qualcosa che le ha fatto cambiare idea, accantonando di colpo una trattativa per la quale erano stati smossi perfino i vertici istituzionali. Lo dicono i diversi passaggi inseriti nelle carte dell'inchiesta che la Procura di Perugia ha avviato sull'esame ‘farsa' confezionato e cucito su misura su quel giocatore che "non spiccica ‘na parola d'italiano".

Chi sono gli indagati nell'esame farsa di Suarez

Secondo la tesi degli inquirenti sarebbe stato tutto organizzato dalla società bianconera con la complicità dei vertici e di alcuni docenti dell'Università per Stranieri. Viene addirittura predisposto una sorta corso intensivo on-line, una full immersion linguistica "solo per dare una configurazione regolare". Ecco perché nella lista degli indagati figurano Giuliana Grego (rettrice), Simone Olivieri (direttore generale), Stefania Spina (docente), Lorenzo Rocca (professore e componente della commissione ‘Celi Immigrati'), Fabio Paratici (direttore dell'area tecnica della Juventus) oltre allo storico legale bianconero Luigi Chiappero e alla collega Maria Turco.

Premura e organizzazione della sessione straordinaria

Perché tanta premura? Dare un'accelerata all’iter burocratico per il conseguimento della certificazione che avrebbe consegnato al calciatore cittadinanza e passaporto italiani (così da essere eventualmente ingaggiato da comunitario). Ma bisognava fare in fretta, preparagli "una roba per principianti" giustificando lo sdoppiamento della data d'appello (anticipata al 17 settembre rispetto a quella ordinaria del 22) con importanti esigenze logistiche e di sicurezza dettate dall'emergenza sanitaria provocata dal Covid-19.

Fino al 14 settembre, 3 giorni prima che l'attaccante (allora ancora al Barcellona) si recasse a Perugia per sostenere la prova, la rete dei contatti e colloqui tra i vertici dell'Università per Stranieri e gli avvocati del club era intensa. Nel giro di una settimana, a partire dall'8/9 settembre, tra meeting e chiamate dirette, viene ordita la trama della vicenda. Nei dialoghi registrati dalle intercettazioni e nella relazione a corredo della Procura emerge che dalle conversazioni in esame non c'è "alcun ravvedimento da parte degli interlocutori né alcuna perdita d'interesse da parte della Juventus al superamento dell'esame di lingua italiana B1 da parte di Suarez; emerge soltanto che il calciatore pretendeva addirittura di svolgere l'esame da remoto in Spagna". 

Un particolare che porta l'avvocato Turco (uno dei legali coinvolti nell'indagine, intercettato mentre parla con Simone Olivieri, direttore generale dell'Ateneo) a specificare come la "linea da Torino" era far sostenere a Suarez un test "esattamente come lo darebbe una persona che di mestiere non tira a pallone". "Non vanno fatti favoritismi" dice nel corso della conversazione. E il favoritismo a cui fa riferimento "è solo l’esame da remoto che, però, sarebbe stato giuridicamente invalido per ottenere il passaporto  e quindi non utile per la società calcistica".

Un atteggiamento che muta: dalla premura, perché tutto avvenga in tempi brevi e organizzato in maniera perfetta, a una forma di distacco, maggiore freddezza nei confronti di un tema molto caldo in quei giorni fino a ipotizzare anche un corso intensivo personale. "Dal mio punto di vista, se vuole dare l’esame lo dà esattamente come deve essere fatto, come fosse un semplice studente… con quelle modalità, corrette secondo quello che dice la normativa italiana… Non me ne frega niente". 

Nessun pericolo che parli coi media: "Me lo ha detto Paratici"

C'erano ancora due tasselli da far combaciare: la data dell'appello straordinario e il rischio che al calciatore possano essere fatte domande trabocchetto italiano da qualche giornalista. Nell'uno e nell'altro caso tutto viene calibrato in maniera che il meccanismo funzioni senza intoppi.

Dalle intercettazioni si evince che Olivieri, l’esaminatore (Rocca) e la professoressa (Spina) che ha erudito l'attaccante ("m'ha detto tranchilla porché lo studio in avion") hanno "coinvolto nella sessione anticipata per Suarez altri candidati, appositamente contattati a tal fine, al preciso scopo di fare sembrare che detta anticipazione risponde a effettive necessità".

Quanto alla questione del rapporto con i media, è lo stesso Rocca che, nel rispondere a un amico, dissolve ogni dubbio al riguardo e fa capire perché non c'è pericolo che Suarez parli. "No, no… di questo ho parlato con la Juve, ci ho potuto parlare io, anche perché se ovviamente vanno a scava' scava' scava' la firma sull'esame ce l'ho messa io… Io non voglio certi cazzi, ho chiamato la rettrice e tutti… ho parlato con Paratici, il quale mi ha detto ‘non ti preoccupare, lui non rilascerà alcuna intervista". 

Perché la Juve improvvisamente molla Suarez

In buona sostanza, i giorni cruciali sono compresi tra i giorni 8 e 14 settembre: ovvero, quando la macchina si mette ‘tecnicamente' in moto ed entra nel merito dell'organizzazione curando date, attivando i differenti protagonisti all'interno della catena del comando, "apparecchiando" la vicenda in maniera tale che nulla possa essere contestato o risulti irregolare. Poi c'è qualcosa che spinge i bianconeri a cambiare idea. A mollare Suarez. Perché lo avrebbero fatto? Anche questo è oggetto d'indagine degli inquirenti e non esclude il sospetto che una eventuale fuga di notizie possa aver messo in allarme i protagonisti della vicenda, in particolare in riferimento al ruolo del ds Paratici e dell'avvocato Chiappero.

"Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia — si legge — è esclusivamente l’articolo 371 bis c.p", ossia aver reso false informazioni al pubblico ministero. Tra gli indagati figura anche il legale storico dei bianconeri, Luigi Chiappero, ascoltato dai pm il 23 settembre scorso assieme alla collega Maria Turco.

Il 17 settembre fa l'esame ma è inutile

Cosa succede dopo? La punta uruguaiana si presenta regolarmente alla seduta d'esame ma gli servirà solo per prendere quel pezzo di carta che, forse, gli tornerà utile in futuro. La Juventus s'è defilata dalla trattativa per ingaggiarlo ufficialmente per motivi tecnici: la dinamica burocratica non sarebbe tale da rendere possibile il tesseramento in tempi utili. Vira su Dzeko e Milik poi sceglie Morata. Suarez lascia il Barcellona e va all'Atletico Madrid. Tutti i pezzi del mosaico combaciano. Per la Procura, invece, no. Ci sono ancora molte cose che non quadrano.

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