Il mistero di Alaba, la stella dell’Austria che non sappiamo in quale ruolo giocherà
Italia-Austria è una sfida di cui si può scrivere tanto da moltissimi punti di vista, ma anche se si vuole restringere tutto all’oggi e a quello che le due squadre stanno rappresentando nel calcio contemporaneo e in questi Europei nello specifico, non si potrà mai non iniziare il discorso facendo riferimento alla storia di una sfida che ha segnato e accompagnato la storia del calcio.
Italia contro Austria ha sempre voluto dire calcio latino contro calcio danubiano, passando attraverso Sindelar e Meazza, Stojaspal e Valentino Mazzola, Krankl e Paolo Rossi, per finire con Toni Polster e Salvatore Schillaci e Andreas Herzog e Roberto Baggio, protagonisti degli ultimi due incontri che abbiamo avuto ai Mondiali nel 1990 e nel 1998.
Oggi è difficile creare una sfida fra due uomini nello specifico, perché se nell’Austria l’uomo simbolo c’è, ed è David Alaba, nell’Italia che si affida completamente ai meccanismi di squadra, andando controcorrente rispetto alla sua tradizione, è difficile fare un solo nome. David Alaba è un campione vero, uno che è già entrato nella storia della Nazionale austriaca, così come è di diritto in quella del Bayern Monaco e quasi sicuramente sarà presente anche in quella del suo prossimo club, il Real Madrid.
L’Austria che affronterà l’Italia agli ottavi è nettamente inferiore agli Azzurri per talenti e meccanismi di squadra ma è misteriosa ed è il marchio che l’allenatore Franco Foda gli ha voluto dare, seguendo il talento, la capacità di essere tante cose diverse e la bravura nel leggere le partite proprio del suo giocatore più importante, il suo numero 8, David Alaba.
Contro la Macedonia del Nord il tecnico ha schierato il suo campione al centro della difesa, con Dragovic e Hinteregger ai lati. Nel secondo tempo, con la Macedonia del Nord che teneva il pareggio, ha deciso di spostarlo in avanti, in posizione di mezzala, formando con Sabitzer una coppia che doveva rubare il pallone il prima possibile ai macedoni per stringerli nella propria area di rigore. Il cambio ha fruttato perché proprio su un assist di Alaba, Michael Gregoritsch ha messo in porta il 2-1 che ha rilassato gli austriaci, arrivati poi sul 3-1 grazie ad Arnautovic.
Contro l’Olanda il tecnico ha voluto riproporre lo stesso spartito, con Alaba che partiva al centro della difesa, però questa volta i terzini molto più bassi, così da dare la possibilità ai due centrali esterni di chiudersi verso il centro e lasciare libertà ad Alaba di alzarsi e giocare il pallone in fase di possesso e di essere l’uomo capace di raddoppiare in qualsiasi situazione in fase di non possesso. In poche parole Alaba ha giocato secondo una nuova concezione di libero, idea di cui ha già parlato il Match Analyst della Nazionale italiana, Antonio Gagliardi, un po’ di tempo fa in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. L’esperimento in questa partita è andato molto male, perché l’Olanda ha letteralmente schiacciato gli austriaci, non dando spazio e tempo di giocata ad Alaba che ha difeso per tutta la partita, sbagliando anche alcuni interventi.
Infine, in una partita da dentro o fuori contro l’Ucraina, Foda ha spostato David Alaba nella posizione in cui lo abbiamo conosciuto al Bayern Monaco, ovvero quella di laterale sinistro, ma un laterale all’epoca già modernissimo e oggi al passo con i tempi, ovvero capace di entrare nel campo e fare regia, farsi vedere nel mezzo spazio per poter rifinire o andare alla conclusione, ma allo stesso tempo anche essere solito stantuffo laterale per accompagnare la manovra e darle sbocco verso l’esterno del campo. Un Alaba trino, se non con ancora maggiori funzioni, come ci ha sempre mostrato nelle sue partite migliori.
Capire dove giocherà David Alaba contro di noi è un bel mistero appunto, oltre a essere decisivo per preparare una serie di contromosse importanti per bloccare sul nascere ogni velleità austriaca. Se torna a essere schierato da libero, è importante che il centravanti, molto probabilmente Immobile, lo pressi in maniera costante, per non fargli avere il tempo e la visione di giocate aperte, grazie alle quali può innescare direttamente le punte con i suoi lanci rasoterra precisi al millimetro.
Se gioca mezzala, importante che Barella sul centro destra abbia da una parte sempre un occhio a quello che accade alle sue spalle e non sia disattento quando dovrà correre all’indietro e dall’altra sia coraggioso, per costringere Alaba a difendere sui suoi inserimenti. Infine se gioca laterale sinistro, il nostro laterale destro, che potrebbe essere Di Lorenzo, deve fare una partita molto accorta e coordinarsi sempre con la mezzala destra per prenderlo e schermalo nei suoi tagli interni molto pericolosi.
L’Italia di Mancini ci ha insegnato che è importante adattarsi all’avversario anche se è sempre più conveniente far adattare gli altri al nostro gioco e ai nostri talenti individuali. Anche in questo caso la scelta migliore sarà costringere Alaba a non essere l’ago della bilancia della partita ma un calciatore che, come tutti i suoi compagni, dovrà preoccuparsi dei calciatori italiani, soprattutto nella sua zona di campo, così da rendere meno misterioso e più leggibile il suo gioco e meno misteriosa tutta l’Austria di Franco Foda.