Il mistero del tifoso diretto a piedi in Qatar per i Mondiali: è scomparso dopo 4500 km
Santiago Sanchez non dà più notizie di sé da tre settimane e la sua famiglia è in ansia. Nessuno sa dove sia, cosa gli sia accaduto, quali siano le sue condizioni di salute. Il tifoso spagnolo che ha percorso oltre 4.500 chilometri a piedi è scomparso nel nulla una volta messo piede in Iran. Vi era arrivato dopo aver attraversato ben 15 Paesi con una data e una destinazione segnate sulla mappa di viaggio: Qatar, 23 novembre. Perché proprio quel giorno? Allora le Furie Rosse giocheranno la prima partita dei Mondiali che in questa edizione si svolgeranno d'inverno e nello Stato arabo.
Appassionato (ed esperto) di trekking, ex paracudista, il 41enne cittadino iberico, sostenitore del Real, era partito da Madrid per compiere la propria impresa e, come rivelato al giornalista dell'Associated Press che lo aveva incontrato a Sulaymaniyya (in Iraq), "dimostrare come si possa andare tanto lontano con pochissimo". Porta con sé lo stretto necessario che occorre per la sopravvivenza e spostarsi senza difficoltà. Aveva una piccola valigia su carrello con ruote nel quale erano sistemate anche una tenda dove passare le notti, pastiglie per la purificazione dell'acqua e un fornello a gas maneggevole, di quelli da campeggio.
Il giorno prima della sua scomparsa, Sánchez ha fatto colazione con una guida che lo ha messo in guardia sulla pericolosità della situazione politica attuale in Iran. "Non mi sembrava affatto preoccupato – ha rivelato l'uomo -. Mi ha detto: Ho risolto tutto, non temere". Parlavano utilizzando solo google translate così da rendere più diretto e immediato il dialogo ma nel testo ha notato qualcosa di strano. "I suoi messaggi sono diventati sempre meno frequenti e strani…". Perché? Gli spiegò che lì le cose "erano molto diverse" e concluse con un criptico "è stata una lunga storia".
Dal 2 ottobre scorso, dopo l'ultimo messaggio audio ai suoi cari, Sanchez ha interrotto i contatti. "Il paese è ‘caldo' e non ci sono comunicazioni", ha scritto a suo padre nella frase che risale al 1° ottobre, facendo forse riferimento ai disordini e all'oscuramento da parte del governo di qualsiasi segnale in streaming per ostacolare (anche) le comunicazioni dei manifestanti.
Sanchez aveva da poco superato il confine con l'Iran e sul taccuino aveva segnato un appuntamento importante: raggiungere la capitale, Teheran, dove attenderlo ci sarebbe stata una troupe televisiva che lo avrebbe intervistato perché raccontasse la sua storia e le impressioni raccolte nella lunga peregrinazioni dall'Europa all'Asia, fino ad arrivare nel Golfo Persico.
La sua scomparsa è stata ufficialmente denunciata alle autorità. La macchina diplomatica e investigativa s'è già messa in moto ma finora non ha prodotto novità. Che fine ha fatto? Si solo che nel suo piano di viaggio avrebbe dovuto recarsi a Bandar Abbas, località portuale nel Sud dell'Iran, e lì imbarcarsi per il Qatar. Ma è improvvisamente scomparso.
Il silenzio assoluto è foriero di cattivi pensieri. Celia Cogedor, sua madre, ha confessato ad AP quanto sia straziante questa situazione: "Mio marito e io non riusciamo a smettere di piangere. Siamo molto preoccupati". Al tifoso spagnolo potrebbe essere accaduto di tutto, dall'ipotesi del rapimento fino a quella più semplice che un malore possa essergli stato fatale. Il buco nero di informazioni nel quale è stato risucchiato suscita emozioni angosciose.
Nel suo ultimo post su Instagram, Sanchez ha condiviso le foto della sua ultima tappa nel nord dell'Iraq e ha detto che stava "passando la notte lì prima di attraversare l'Iran dove mi aspetta una famiglia che ha scoperto il mio viaggio e voleva condividere una giornata con me". Un dettaglio che coincide con quanto raccontato dalla guida, la persona che lo ha visto e sentito per l'ultima volta: era in cammino verso la città curda di Marivan, teatro di violenti proteste antigovernative.
Non dormì all'addiaccio ma – come si legge dall'aggiornamento social più recente – beneficiò della generosità di una famiglia curda: aveva programmato di accamparsi in montagna ma gli vennero offerti un pasto caldo e un letto, la possibilità di fare una doccia e trascorrere la notte in una fattoria.
"Una strada con molta polvere e appezzamenti ai lati, vedo degli alberi – si legge nel post su Instagram -, mi avvicino per controllare e quando decido di accamparmi vedo una donna sullo sfondo e penso… perché nascondermi? Alzo il braccio e saluto ‘salam aleikum'. Mi avvicino alla porta del lotto e con le foto che indicano la mia tenda le dico che dormirò qui. Non passano 5 minuti quando arriva un uomo, fa una telefonata e dopo un po' arrivano i proprietari dell'agriturismo per offrirmi ospitalità".
In foto mangia pane e zuppa di pollo, sorride e posa con i ragazzi del villaggio, sorseggia tè davanti al fuoco. "Viaggia ma non scappare da niente e meno da te stesso. Perdi te stesso per ritrovare te stesso", è stata l'ultima riflessione a corredo di quel messaggio. Poi è scomparso nel nulla.