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Il Ministro Spadafora: “Meglio il rinvio piuttosto che giocare negli stadi vuoti”

Il Ministro dello Sport, in una nota ufficiale, ha spiegato come si è arrivati alla decisione di chiudere del tutto cinque stadi italiani: “Ogni valutazione sulle ripercussioni a livello agonistico di questa decisione compete però agli organi sportivi, non certo al Ministro dello Sport o al Governo”.
A cura di Alberto Pucci
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La decisione comunicata nella tarda mattinata di oggi, che ha di fatto cancellato e spostato al 13 maggio cinque partite di Serie A (compresa Juventus-Inter), non è stata digerita bene da molti protagonisti del nostro calcio e da tutti i tifosi. In attesa delle parole del presidente di Lega Dal Pino, a spiegare la scelta di non giocare a porte chiuse ci ha pensato il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora.

"La valutazione unanime dei vertici del mondo sportivo e calcistico è stata quella di prediligere il rinvio piuttosto che giocare negli stadi vuoti, tenendo conto anche delle ripercussioni a livello di immagine sul nostro Paese e delle difficoltà nella programmazione di turni supplementari in un calendario mai come quest'anno denso di appuntamenti nazionali e internazionali".

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Il fastidio di Marotta

"L'emergenza a seguito dei casi di Coronavirus in Italia ha costretto il Governo e le altre Autorita a prendere decisioni impopolari, ma necessarie – ha aggiunto il ministro nella nota ufficiale inviata agli organi di informazione – Decisioni che devono essere modulate e aggiornate in base all'andamento dei dati e ai consigli della comunità scientifica. Ogni valutazione sulle ripercussioni a livello agonistico di questa decisione compete agli organi sportivi, non certo al Ministro dello Sport o al Governo".

Qualche minuto prima del comunicato di Spadafora, erano invece arrivate le parole stizzite di Beppe Marotta: "Non voglio aprire una polemica, ma tutto poteva essere gestito meglio – ha dichiarato l'amministratore delegato dell'Inter ai microfoni di Sky Sport – Siamo in un momento delicato in cui ci sono problematiche di salute ed economia e lo sport viene dopo, ma facendo autocritica la cosa poteva essere affrontata prima senza prendere decisioni all'ultimo momento, e questo lo affermo in maniera molto decisa".

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