Abodi sulle scommesse illegali dei calciatori: “Via dalla Nazionale, sono un pessimo esempio”

"Chi ha scommesso non può vestire la maglia della Nazionale". Le parole del Ministro dello Sport, Andrea Abodi, tracciano una linea spartiacque rispetto al clamore mediatico generato dal nuovo filone dell'inchiesta sulle scommesse e le mani di poker online fatte dai calciatori su piattaforme illegali.
Dalle chat scandagliate è emerso di tutto, un sottobosco di confidenze e complicità che rientra nel corredo accessorio di un sistema alimentato da un flusso copioso di denaro. Alla velocità di un clic potevi trovarti sotto di mezzo milione di euro e non bastava più nemmeno fare finta di comprare orologi o altri valori presso la gioielleria/banca che faceva da collettore delle somme debitorie. E successo a Nicolò Fagioli, a Sandro Tonali e a molti altri che, a vario titolo, sono finiti nella rete delle giocate e dei traffici indiscriminati (dodici al momento i nomi inseriti nel registro degli indagati). C'è chi lo ha fatto per aiutare un amico e adesso rischia perfino di ritrovarsi squalificato per omessa denuncia. E chi perché con tanto soldi in tasca può anche permettersi il lusso di un'alea rischiosa da lascia o raddoppia. Per gli uni e gli altri, al di là dell'umana comprensione non può esserci indulgenza. È il concetto che Abodi scolpisce con parole forti e chiare rispetto ai dettagli che emergono dalle indagini.
"La maglia azzurra – ha aggiunto il ministro, come riportato dal quotidiano Il Messaggero – non può prescindere dal giusto comportamento morale perché non può essere solo espressione del valore tecnico. Non basta buttare la palla dentro. Se vieni meno a delle regole bisogna andare al di là della sanzione. Penso sia interessante che ci sia una parte di riabilitazione attraverso i servizi sociali. Questi ragazzi devono conoscere la vita un po' meglio".

Il governo osserva, la Federcalcio attende gli sviluppi dei riscontri che la Procura di Chiné proverà a raccogliere per valutare se ci sono o meno gli estremi per aprire un processo e far scattare deferimenti, sempre che non si trovino prima soluzioni alternative (eventuali patteggiamenti) come già avvenuto in occasione degli stessi Fagioli e Tonali (reduci da 7 e 10 mesi di squalifica). La discriminante che può fare tutta la differenza è essenzialmente una: la possibilità che siano state effettuate giocate anche sul calcio (opzione che comporta pene dolorose a livello sportivo) oppure che chi sapeva, invece di segnalare i comportamenti anomali, s'è voltato dall'altra parte. Questo per quanto attiene la sfera della giustizia sportiva, quella penale prosegue lungo altri binari e, paradossalmente, conduce a sanzioni anche più lievi rispetto al pericolo di essere sospesi per 3, 4 anni da ogni attività.
No a indulgenza e giustificazione. Abodi aveva si era espresso in questi termini già quando deflagrò lo scandalo (ennesimo) enunciando anche una sorta di tavola della legge dei contratti dei calciatori all'interno dei quali dovrebbero essere contenuti dettagli vincolanti come non ci si dopa, non si scommette, non si prendono soldi in nero e né si guardano partite sulle piattaforme illegali. "La cosa sconcertante è che questi ragazzi, nonostante tutte le cose successe, ancora non capiscono che forti delle loro agiatezze danno un pessimo esempio ai loro coetanei".

Renzi: "Abodi si tolga dalla testa la presunzione di fare il CT"
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha commentato così le parole del ministro Abodi sui calciatori e il ‘caso scommesse': “Il Ministro dello Sport si occupi degli impianti sportivi da costruire e dei soldi da trovare per il mondo delle associazioni e delle federazioni. E si tolga dalla testa la presunzione di fare anche il CT”.
Il senatore della Repubblica, già presidente del Consiglio da febbraio 2014 a dicembre 2016, ha proseguito così il suo intervento: “Non tocca a lui decidere chi convocare e chi no: questa caccia alle streghe verso Tonali e Fagioli solo per visibilità di qualche politicante è insopportabile. Chi ha sbagliato, ha pagato. Non è pensabile che per i giustizialisti del pallone si arrivi all’ergastolo della maglia azzurra. Ora basta farsi pubblicità così, caro Abodi. Le convocazioni le fa Spalletti, tu pensa a trovare soldi per il mondo dello sport. E metti da parte il tuo giustizialismo da quattro soldi”.