Il ministro Abodi bacchetta Gasperini sul caso Vlahovic: “Spero rifletta sulle sue dichiarazioni”
Dusan Vlahovic è stato bersagliato da insulti razzisti da parte di una importante fetta dei tifosi dell’Atalanta presenti al Gewiss Stadium durante la partita giocata contro la Juventus. Un episodio che si è preso un grande spazio nel dibattito, anche perché l'attaccante serbo è stato anche ammonito dopo aver reagito agli insulti. Un po' come accaduto per Romelu Lukaku in Coppa Italia.
Nel post-partita Gian Piero Gasperini, allenatore dei bergamaschi, si era espresso con toni che hanno fatto molto discutere e le sue parole hanno fatto storcere il naso a tanti: "Condanna dei cori discriminatori a Vlahovic? Sì assolutamente però devo anche evidenziare che nell'Atalanta giocano Pasalic, Djimsiti, Ilicic, Sutalo, tanti giocatori di quella etnia se volete. E quindi bisogna anche differenziare le cose. A volte gli insulti sono legati anche ad altre cose no? Come quando si prendono anche altri tipi di insulti. Il razzismo è una cosa molto seria eh, non va confusa. A volte la confondiamo, poi che vada combattuto non c'è dubbio. Ma non va confuso perché sennò il razzismo riguarda tutti quanti, anche i nostri giocatori. Invece se non è così qualche volta bisogna distinguere".
Questo intervento ha animato ancora di più il dibattito e sulle dichiarazioni di Gasp è intervenuto anche il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, a margine di un evento politico a Catania: "Ognuno risponde alla propria coscienza. Mi auguro che Gasperini rifletta su quelle affermazioni".
Abodi ha proseguito il discorso così: "Io penso che questo sia un fenomeno che non vada né sottovalutato, né bisogna farne una caricatura. Bisogna sempre mantenere alta l’attenzione partendo proprio dai protagonisti del campo, che sono non solo i calciatori ma anche gli allenatori e i dirigenti".
Già ieri l'ex presidente della Lega Nazionale Professionisti Serie B si era espresso così attraverso il suo account ufficiale di Twitter: "Il mio no, il nostro NO AL RAZZISMO non può, non deve, non vuole avere il colore di una maglia o della pelle, non riguarda una religione o un popolo: vale sempre! Come il RISPETTO: vale sempre! E chi sbaglia ne deve rispondere, sempre e ovunque. Le nostre scuse a Dusan Vlahovic!"