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Il Milan fa saltare il bunker del Verona con Santiago Gimenez e lo zampino di Leao

I rossoneri vincono 1-0 l’anticipo di campionato a San Siro. La partita si sblocca solo nella ripresa grazie alla bella iniziativa del portoghese che serve al messicano la palla del match.
A cura di Maurizio De Santis
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Santiago Gimenez butta giù il muro del Verona e il Milan prende una boccata d'ossigeno. La zona Champions è ancora distante cinque punti ma la vittoria (1-0) contro l'Hellas aiuta a erodere il gap dalle prime quattro. Un piccolo passo in avanti, considerato che all'appello manca ancora il recupero della sfida col Bologna. Una cosa alla volta… in calendario la priorità adesso è il ritorno di Champions col Feyenoord per non buttarsi via in Champions.

Il gol decisivo arriva nella ripresa sfruttando uno dei pochi, pochissimi spazi lasciati dagli scaligeri che a San Siro hanno impostato una partita esclusivamente difensiva. Alla vecchia maniera: difesa e contropiede (se capita), marcare e togliere il fiato all'avversario (se necessario, anche con le maniere forti… ne sa qualcosa Joao Felix), resistere in trincea e sperare di portare a casa almeno un punto che nella corsa salvezza è vitale.

Il piano di Zanetti ha funzionato almeno fino a quando, a un quarto d'ora dalla fine, Leao non è riuscito a esibire il pezzo migliore del suo repertorio: accelerata improvvisa palla al piede, linea laterale che si trasforma in autostrada che conduce verso il fondo, cross verso il centro che è calibrato. Il resto lo fa la testa dell'attaccante messicano: la butta dentro e spazza via quell'ansia e quelle scorie che la sconfitta in Champions a Rotterdam ha lasciato addosso ai rossoneri.

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Cos'altro? Una nota stonata, ancora una volta per la svagatezza di Maignan che a inizio incontro vede in fantasmi della Coppa e quasi ne combina un'altra delle sue. Una nota lieta (unica della prima frazione), l'occasione d'oro capitata sui piedi di Musah. Non fa tutto da solo, divide il merito con Gimenez che là davanti è di lotta e di governo: fa un bel movimento, si smarca, tiene palla, con la coda dell'occhio ha già visto qual è la cosa più giusta da fare e serve in orizzontale il compagno di squadra. Tutto molto bello, peccato che Musah non capitalizzi tanta grazia: dall'altezza del dischetto del rigore calcia alto.

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